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Secondo i numeri forniti dai pediatri, nel 2018 in Italia si sono registrati ben 60.000 casi di intossicazioni acute: di queste, circa 19.000, pari a un caso su 3, hanno riguardato bambini e adolescenti. Non deve stupire. Stando ai dati ufficiali, infatti, nel nostro Paese, le intossicazioni acute in età pediatrica costituiscono il 3% dei ricoveri ospedalieri e il 7% dei ricoveri d’urgenza.
I bambini rischiano di più
Sono curiosi, non conoscono il senso del pericolo e adorano esplorare il mondo che li circonda: un mix esplosivo che rende i bambini protagonisti di episodi buffi, divertenti e inimmaginabili, ma talvolta anche pericolosi. I più comuni? Le intossicazioni: gli esperti della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (Simeup) Sezione Umbria hanno ricordato che l’età infantile è quella più vulnerabile da questo punto di vista. Ecco perché i genitori non devono mai abbassare la guardia.
Fondamentale giocare d’anticipo
Nell’88% dei casi le intossicazioni acute dei bambini avvengono all’interno dell’ambiente domestico, spesso quando i genitori prestano una sorveglianza minore ai figli perché sono impegnanti in qualcosa d’altro. Ecco perché è fondamentale adottare alcune precauzioni. Quali? Innanzitutto, è bene riporre farmaci e prodotti pericolosi, come detersivi e detergenti per le pulizie, in luoghi non facilmente accessibili ai più piccoli, per esempio in ripiani alti o in armadietti chiusi a chiave. Sì, anche a eliminare eventuali piante pericolose e/o che possono attirare i bambini, tipo quelle con bacche e frutti colorati che i bambini possono scambiare per caramelle. Per quanto riguarda i cibi, fare attenzione alla corretta conservazione.
Che cosa fare nell’emergenza
I principali sintomi che possono far sospettare un’ intossicazione sono nausea, vomito, tachicardia, cefalea. Nei casi più gravi si arriva alla perdita di coscienza e alle convulsioni(). I disturbi possono manifestarsi immediatamente dopo l’ingestione/inalazione oppure nell’arco delle successive 12-48 ore. Che cosa fare in questi casi? “Davanti a un sospetto di avvelenamento è indispensabile individuare la tipologia della sostanza tossica e consultare immediatamente il pediatra o recarsi al Pronto soccorso. È fondamentale portare con sé il contenitore della sostanza, accertarsi della quantità ingerita e del tempo trascorso dall’assunzione” risponde Susanna Esposito, coordinatore scientifico del congresso Simeup Umbria e ordinario di Pediatria all’Università di Perugia.