La “paura” di una nuova lingua è un problema che affligge molto gli italiani che in generale riscontrano difficoltà nella pronuncia (nel 69% dei casi) perdendo confidenza durante i momenti di conversazione. Per questa ragione molti genitori cercano di introdurre i propri figli allo studio della lingua inglese sin dalla tenera età. Importante farlo nel modo giusto. Ecco come insegnare l’inglese ai bambini nel modo migliore.
I genitori spesso si trovano in situazioni in cui devono confrontarsi con diverse opinioni e ricerche di esperti che possono disorientarli e rendere più complessa la decisione di introdurre i propri figli alla lingua inglese. Novakid, scuola online d’inglese per bambini dai 4 ai 12 anni, ha interpellato alcuni esperti e messo a disposizione la propria esperienza per analizzare l’età migliore per introdurre i bambini alla lingua inglese in modo naturale e divertente.
Una ricerca condotta da Novakid ha evidenziato come per il 59% degli italiani la padronanza dell’inglese sia una skill essenziale da apprendere sin da piccoli. Come strumento per lo sviluppo personale e sociale e, ovviamente, anche per accedere a possibilità lavorative migliori e come strumento utile per lo sviluppo personale e sociale dell’individuo.
Adrienne Laundry, Educational Content Director di Novakid, ritiene che iniziare a studiare l’inglese fin dalla prima infanzia e in età prescolare sia essenziale per ottenere una conoscenza approfondita della lingua e un’ottima pronuncia. Iniziare da bambini aiuta a sentirsi più sicuri e non avere paure. I bambini, infatti, sono molto più estroversi degli adolescenti e degli adulti, e questa caratteristica permette loro di esplorare il mondo che li circonda, lingua compresa, con molta più curiosità e naturalezza. Non si tirano indietro di fronte a un errore e prestano meno attenzione a ciò che gli altri potrebbero dire o pensare di loro. Molti studi, infatti, hanno dimostrato che l’ansia e la paura di sbagliare sono uno dei fattori principali che creano una barriera linguistica nell’apprendimento di una nuova lingua. Questi ostacoli, tuttavia, sono senza dubbio più facili da superare in giovane età, dato che il metodo di insegnamento è diverso e più immersivo.
No, se si adotta il giusto approccio. «In questo modo lo studio di una lingua straniera diventa solo un altro gioco per scoprire la realtà: i bambini ridono, giocano, fanno esercizi interattivi e si divertono. Grazie alla partecipazione attiva, il bambino ha maggiori opportunità di praticare la lingua in un ambiente privo di stress e di gettare le basi per gli studi futuri» commenta l’esperta.