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Un bambino su dieci va al pronto soccorso per incidenti domestici. Lo mettono nero su bianco i medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che hanno condotto una ricerca sugli accessi in pronto soccorso. Ed è in aumento anche il numero di traumi da “gonfiabili” al parco. Tra le vittime di incidenti domestici prevalgono i maschietti.
Gli incidenti più ricorrenti
Tra i “codici rossi” dei bambini ai primi posti ci sono il trauma cranico e con politraumi (33,3%) o con la frattura del cranio e le intossicazioni (16,7%). Tra i “codici gialli”, la percentuale più alta riguarda la frattura di gambe e braccia (37,2% e 4,6%). Percentuali minori si registrano per l’ingestione (5,2%) e l’inalazione (3%) di corpi estranei. La caduta resta, comunque, l’incidente più comune in età pediatrica (circa il 50% dei casi). I bimbi cadono da fermi o in movimento, dalle braccia di mamma e papà, ma anche dal letto, dal seggiolone, dalla sedia, dal passeggino e dalle scale; quando giocano dall’altalena, ma anche quando fanno sport, dai pattini e da cavallo.
Attenzione ai giochi al parco
Negli ultimi anni si è registrato un aumento di incidenti sui “gonfiabili”. Dagli 8 casi del 2002 si è passati agli 81 registrati nel 2012. Se si considerano complessivamente gli esiti degli incidenti domestici, il 78,6% dei piccoli ha riportato un trauma, il 12,4% ferite, il 5% ha inalato o ingerito corpi estranei, 1,7% è rimasto vittima di intossicazione, l’1% di ustioni e lo 0,4% di morsi di animali.
Il consiglio del pediatra
“Nella maggior parte degli incidenti registriamo traumi, quindi cadute come per esempio dai letti a castello – spiega Antonino Reale, responsabile pediatria d’emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù -; seguono gli annegamenti e l’inalazione o l’ingestione di corpi estranei. Il consiglio è di intervenire nei primi 15 minuti, e chiamare subito il 118, perché spesso gli stessi genitori possono fare più danni intervenendo in modo improprio. Per esempio nel caso di ingestione di sostanze caustiche o di veleni, tradizionalmente si tenta di far vomitare il bambino, non sapendo che ciò può peggiorare la situazione”.