L’impetigine è un’infezione della pelle, che colpisce soprattutto i bimbi e più frequentemente si presenta tra il primo anno di vita già compiuto e i sei-sette anni. Quando si è instaurata, diventa contagiosa anche per gli altri bambini. A provocarla possono essere due diversi batteri piogeni, cioè che producono pus: lo Stafilococco aureo, che è presente normalmente nelle narici, oppure lo Streptococco betaemolitico di gruppo A, che facilmente si trova sulla pelle.
In condizioni normali, questi batteri sono tenuti sotto controllo dal complesso di difese dell’organismo; ma se la situazione si altera, per esempio quando la pelle ha subito una lesione, o quando i batteri presenti sono numerosissimi, come nel caso di situazioni di contagio, allora l’attacco batterico può dar luogo all’infezione.
L’impetigine si manifesta con la comparsa di vescicole, cioè bolle con diametro inferiore a mezzo centimetro, oppure di pustole, cioè vescicole piene di pus, oppure ancora di bolle flaccide. Per questo, l’impetigine si definisce rispettivamente vescicolosa, pustolosa, o ancora, bollosa.
Nelle loro varie forme, queste lesioni si rompono facilmente, lasciando uscire siero; le crosticine che si formano, di colore chiaro come miele o cera, e a forma di vescicola o di anello, si possono sfaldare ai bordi e staccare, ma continuano a riformarsi.
L’eruzione si presenta sul viso, in particolare intorno al naso e ai lati della bocca, e sulle estremità, cioè su mani, braccia e gambe: in altre parole, sulle parti esposte all’aria e non protette dall’abbigliamento. È raro invece che si manifesti come prima zona d’attacco sul sederino o che crei una sovrainfezione su un eventuale eritema da pannolino. In certi casi, può avere aspetto simile a una micosi, cioè a un’infezione da funghi. In genere, il pediatra è in grado di riconoscerla esattamente, ma in caso di dubbi, è bene ricorrere allo specialista della pelle infantile, il dermatologo pediatra.
L’infezione può presentarsi sulla pelle già alterata nel suo equilibrio e dunque esposta alle infezioni. Può succedere quindi se il bimbo è colpito da eczema atopico (malattia della pelle caratterizzata dalla comparsa di vescicole), o se la pelle intorno al nasino è arrossata dal continuo colare del naso e dallo sfregamento dei fazzoletti; oppure ancora, in seguito a piccole ferite che “aprono” la barriera cutanea e la irritano, come per esempio le punture di insetto.
L’impetigine può colpire però anche una pelle del tutto integra. Questo avviene specialmente se un raffreddore che tende a diventare cronico (cioè si protrae nel tempoe fa fatica a guarire) crea nel nasino focolai di Stafilococco aureo oppure nel caso di contagio da altri bimbi.
- L’infezione va curata con rapidità, per evitare che possa dar luogo a complicanze. Di solito, la cura è locale, si pratica cioè solamente sulle zone colpite dall’impetigine. I primi risultati sono visibili già dopo qualche giorno.
- Il primo e più importante passo è la detersione, cioè la pulizia, che ha lo scopo di eliminare dolcemente le crosticine; il modo dipende da quali parti sono malate.
√ per il viso:
si fanno impacchi prolungati con sostanze antisettiche, come il permanganato di potassio, che si vende in farmacia su prescrizione medica sotto forma di pastiglie da sciogliere in acqua, o con disinfettanti come le basi quaternarie dell’ammonio (in farmacia). Le croste si riescono a togliere dopo almeno tre o quattro impacchi.
√ per le altre parti del corpo:
oltre agli impacchi, si possono fare dei bagni in acqua appena un po’ meno calda del solito, in cui viene sciolto il permanganato di potassio. Anche in questo caso, le croste vengono via dopo qualche bagno.
Sulla pelle detersa e asciugata delicatamente, da cui eventualmente sono state rimosse le crosticine, si spalma un antibiotico, in crema, pomata o gel: per esempio, mupirocina, eritromicina gel, gentamicina, e qualche volta anche tetraciclina.
- Se l’impetigine è diffusa su zone ampie o non guarisce con la cura locale, si ricorre a una cura per bocca. Questo capitra soprattutto quando l’infezione provoca febbre e gonfiore dei linfonodi prossimi alle parti colpite (le classiche “ghiandole gonfie”).
- Si usano di solito antibiotici ad ampio spettro, come eritromicina, claritromicina, iosamicina, oppure penicilline semisintetiche come l’amoxicillina associata all’acido clavulanico (un acido che impedisce ai batteri di distruggere la penicillina).
- Se l’infezione resiste ai farmaci, si deve riconoscere a quale antibiotico il batterio sia sensibile. Per questo si deve fare un tampone sulla lesione non disinfettata e sottoporre il materiale prelevato a un antibiogramma, un esame che si effettua in laboratorio e può dare una risposta in pochi giorni.
Il bimbo colpito da impetigine sente prurito e prova un forte impulso a grattarsi, un gesto che crea nuove lesioni nella zona colpita, oltre a diffondere l’infezione ad altre parti del corpo. Per questo la mamma deve cercare di lenire il prurito e usare tutti gli accorgimenti per impedire al piccolo di grattarsi. Ecco quindi che cosa fare:
- mettergli solo indumenti di cotone a contatto con la pelle;
- proteggere le zone malate con cerotti o fasciature;
- tenergli sempre corte le unghiette, perché non possa grattarsi o graffiarsi;
- dopo il bagno con il disinfettante, asciugare tamponando delicatamente, senza sfregare in alcun modo;
- tenere rigorosamente divisa la biancheria da bagno del bimbo da quella degli altri membri della famiglia, per non contagiarli.
Il contagio va evitato anche nei confronti degli altri bimbi, compagni di asilo-nido o di asilo; per questo il piccolo va rimandato in comunità solo quando è guarito.
Alcune situazioni particolari favoriscono l’attecchimento dell’impetigine; per questo, conviene tenerle d’occhio e usare qualche precauzione se si manifestano.
1 Curare molto l’igiene delle manine, se il bimbo frequenta una comunità, come l’asilo-nido, per evitare la trasmissione del contagio; inoltre il piccolo deve imparare a non mettere le mani in bocca e a non procurarsi piccole lesioni come, per esempio, strapparsi le pellicine secche delle labbra.
2 Tenere il nasino sempre pulito e libero dal muco, soprattutto se c’è rinite ricorrente, cioè se il piccolo durante la stagione fredda è continuamente raffreddato. La continua presenza di muco potrebbe essere infatti un serbatoio di Stafilococco aureo. Eventualmente, si può ricorrere allo specialista otorinolaringoiatra per stabilire se c’è un focolaio d’infezione di questo batterio.
3 Lenire e disinfettare immediatamente le punture d’insetto, specie d’estate, per evitare che il bimbo si leda la pelle grattandosi e che sulla lesione si instauri un’infezione da Streptococco betaemolitico di gruppo A. Per questo è bene usare creme che uniscano antibiotico e cortisone, che combattono contemporaneamente i batteri e l’infiammazione locale; è meglio evitare invece le creme antistaminiche, che con l’esposizione al sole possono dare effetti allergizzanti.
Fonti / Bibliografia
- Impetigine: cause, disturbi e cure - ISSaluteL’impetigine è un’infezione acuta causata da alcuni batteri. Di solito si manifesta sulla pelle del viso e degli arti con piccoli rigonfiamenti rossastri e spesso raggruppati (papule)