Identità di genere e orientamento sessuale: piccola guida per bambini e genitori

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 26/06/2023 Aggiornato il 26/06/2023

Cosa si intende per identità di genere e orientamento sessuale? E cos'è la "fluidità sessuale", di cui sempre più spesso si sente parlare? Ecco una breve guida per bambini e genitori

Identità di genere e orientamento sessuale. tutto quello che c'è da sapere spiegato dagli esperti

Di identità di genere e orientamento sessuale si parla sempre più spesso, ma non senza incappare in confusione. Cosa sono l’identità di genere e l’orientamento sessuale? E che differenza c’è tra l’una e l’altro? Per fare un po’ di chiarezza abbiamo provato a mettere a punto una breve guida, in parole semplici e senza pretese di esaustività, per bambini e genitori.

Che differenza c’è tra identità di genere e orientamento sessuale?  

Per spiegare che differenza c’è tra identità di genere e orientamento sessuale è prima di tutto fondamentale capire cosa si intende per identità di genere. E per capire cosa sia l’identità di genere dobbiamo fare un piccola introduzione sul sesso di un individuo: riguardo al sesso di una persona, infatti, le cose non sono così semplici come potrebbero apparire.

Generalmente si tende a identificare il sesso di un individuo con il sesso fenotipico, cioè l’aspetto del corpo che fa sì che un soggetto di sesso femminile si distingua da un soggetto di sesso maschile. Ma la realtà è ben più complessa perché come spiega Christian Giordano, psicologo e psicoterapeuta, esperto di terapia di coppia e terapia sessuale, “il sesso biologico è solo una delle quattro componenti dell’identità sessuale: noi definiamo noi stessi in base a ciò che pensiamo di noi stessi (“identità di genere”), ciò che ci attrae sessualmente e sentimentalmente (“orientamento sessuale”), come ci mostriamo agli altri (“espressione di genere”) e infine in base all’insieme delle  caratteristiche che formano il sesso biologico, a sua volta costituito da tre ‘sottodimensioni’, il sesso genotipico, il sesso gonadico e il sesso fenotipico”. Un’immagine può aiutarci a spiegare le quattro componenti della sessualità.

Sesso genotipico, gonadico e fenotipico

Il sesso genotipico ha origine durante il concepimento dall’incontro tra la cellula uovo materna e lo spermatozoo paterno e, quindi, tra le 23 coppie di cromosomi provenienti dalla madre e le 23 coppie di cromosomi provenienti dal padre: “Noi esseri umani abbiamo 46 cromosomi suddivisi in coppie. La 23a coppia è costituita dai cromosomi sessuali XX o XY. Questa prima fase avviene durante il concepimento quando i cromosomi sessuali stabiliscono l’appartenenza al sesso maschile (XY) o al sesso femminile (XX); si inizia a formare una gonade indifferente, cioè un organo in stato bipotente, che può diventare sia ovaio che testicolo. In biologia infatti la sessualità viene identificata in base al tipo di gamete che viene prodotto: spermatozoi per i maschi e ovociti per le femmine”, spiega Giordano. 

Il sesso gonadico riguarda invece più strettamente lo sviluppo degli organi sessuali maschili (pene, testicoli, prostata) e femminili (ovaie, tube di Falloppio, utero, vagina, vulva). “La differenziazione della gonade indifferente avviene intorno al secondo mese di gravidanza. In assenza del cromosoma Y – o in caso di specifici disturbi dello sviluppo sessuale – la differenziazione sessuale avviene in senso femminile. Ciò significa che il ‘programma genetico di default’ è sempre quello femminile”, spiega Giordano. Se la 23a coppia di geni contiene una Y, intorno alla sesta settimana di gestazione si attiva una piccola regione del gene Y che attraverso una specifica proteina (TDF, Testis-determining factor) fa sì che la gonade indifferente si indirizzi verso il sesso maschile e avvenga la trasformazione delle gonadi in stato bipotente in testicoli, che a loro volta cominceranno a produrre ormoni, tra cui il testosterone, che guideranno lo sviluppo degli organi genitali maschili. “Se l’azione della proteina TDF non avesse effetto, invece, anche se il sesso cromosomico è XY il feto si svilupperà in senso femminile. Ci sono casi di intersessualità in cui questo accade, ad esempio nella Sindrome di Morris, e non sono neppure tanto rari”, continua l’esperto.  

Il sesso fenotipico, come accennato, è rappresentato dai genitali esterni e dalle caratteristiche sessuali secondarie come la peluria, il tono della voce, la struttura muscoloscheletrica che fanno sì che un soggetto maschile si differenzi dal punto di vista esteriore da un soggetto femminile. “La differenziazione fenotipica avviene intorno al quarto mese di gravidanza, quando nell’ecografia è possibile vedere i genitali esterni del feto. In questa fase inizia anche il dimorfismo cerebrale sessuale, cioè la differenziazione sessuale del cervello maschile rispetto a quello femminile dovuta all’esposizione ai livelli di testosterone”. 

“Lo sviluppo biologico dei caratteri sessuali primari si completa durante la pubertà, orientativamente tra gli 11 e i 16 anni, quando avviene un secondo picco ormonale che porta alla conclusione della differenziazione fenotipica attraverso la definizione dei caratteri sessuali secondari: nel maschio ingrandimento del pene, dei testicoli e della prostata, crescita della barba e di peluria diffusa, tono della voce più profondo; nella femmina allargamento del bacino e sviluppo del seno, peluria sul pube e tono della voce più acuto”, spiega l’esperto. 

Se generalmente sesso genotipico, sesso gonadico e sesso fenotipico corrispondono, ci sono però casi in cui la presenza di variazioni cromosomiche, genetiche e/o ormonali fanno sì che le tre sottodimensioni del sesso biologico non corrispondano, con la conseguenza che gli individui con queste variazioni non potranno essere inquadrati nella logica binaria maschio/femmina.

L’identità di genere 

Come si è visto, il discorso sulla definizione del sesso biologico di un individuo è piuttosto articolato. Il tutto viene reso ancora più complesso dall’influenza della cultura e della società nelle quali si vive: per comprendere in maniera adeguata il concetto di identità di genere è importante infatti considerare come la biologia interagisce con la cultura e con l’ambiente in cui l’individuo vive. Come può quindi essere definita l’identità di genere? “L’identità di genere può essere definita come la percezione sessuale che ogni individuo ha di sé, il modo in cui si definisce, e non dipende dall’altro ma da sé sebbene sia influenzata, oltre che dai fattori biologici, anche da fattori sociali, culturali e relazionali”, continua Giordano. 

L’espressione “identità di genere” viene utilizzata per indicare il genere con cui un individuo si identifica e a cui sente di appartenere, indipendentemente dal genere assegnato alla nascita. Oltre alla logica binaria maschile/femminile in cui l’identità di genere combacia con quella assegnata alla nascita (cisgender), ci sono diverse identità di genere “non binarie”, termine ombrello utilizzato per indicare: i casi in cui si manifesta l’incongruenza tra il “genere assegnato” e il “genere sperimentato ed espresso” (transgender); l’identificazione con nessun genere (agender); l’identificazione con entrambi i generi (bigender); l’identificazione con uno o più generi ma in momenti diversi in modo “fluido” (genderfluid). 

L’orientamento sessuale 

Se l’identità di genere è l’autopercezione di sé in relazione al mondo esterno, l’orientamento sessuale indica verso chi si prova attrazione emozionale, romantica o sessuale, ed è indipendente dal sesso biologico e dall’identità di genere. Ci si può identificare come eterosessuali (se si prova attrazione verso soggetti di sesso opposto), omosessuali (se si prova attrazione verso individui dello stesso sesso), bisessuali (se si prova attrazione sia verso individui di sesso opposto al proprio che verso individui dello stesso sesso), asessuali (persone che non provano attrazione sessuale o che non hanno interesse per l’attività sessuale), pansessuali (persone che provano attrazione per altre persone indipendentemente dalla loro identità di genere). 

È importante sapere che l’orientamento sessuale non è una caratteristica immutabile dell’individuo. Tutt’altro: alla pari di altre caratteristiche che maturano nel tempo, può essere rappresentato come un percorso dalla durata variabile e non necessariamente lineare.

Fluidità sessuale, cosa significa?  

Rispetto ad alcuni anni fa c’è oggi più libertà nel dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale. Soprattutto tra i giovani è in aumento il numero di persone che dichiara di essere omosessuale, bisessuale o pansessuale o che, ancora, dichiara di non sentirsi rappresentato da nessuna di queste definizioni. La “sexual fluidity” o fluidità sessuale (definizione coniata dalla psicologa Lisa Diamond dell’Università dello Utah nel 2008 nel suo libro “Sexual Fluidity: Understanding Women’s Love and Desire”) è definita come la capacità di essere flessibili nella risposta sessuale, il che consente alle persone di sperimentare i cambiamenti nella propria vita sessuale a seconda delle circostanze. Si parla quindi di “fluidità sessuale” quando la scelta del partner è frutto del piacere e della predilezione del momento, senza limiti e senza tabù.

In un sondaggio effettuato nel 2015 dal sito britannico yougov specializzato in rilevazioni statistiche  venne chiesto a più di 1.600 abitanti del Regno Unito di rispondere ad alcune domande riguardo l’orientamento sessuale e, nello specifico, di posizionare se stessi su uno dei valori presenti nella cosiddetta “scala Kinsey”, ideata dall’omonimo sessuologo statunitense negli anni ’50, che definisce la sessualità umana basandosi su uno spettro che spazia tra due estremi: “esclusivamente eterosessuale” (grado 0) ed “esclusivamente omosessuale” (grado 6). Dai risultati emerse che soltanto il 4% della popolazione britannica si definiva “esclusivamente omosessuale”, il 72% si dichiarò “esclusivamente eterosessuale”, mentre il 19% si collocò in una posizione intermedia tra i due estremi, a indicare “sfumature intermedie” tra i due orientamenti. In particolare, analizzando le risposte date dagli intervistati più giovani (ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni), emerse come soltanto il 46% si definì “esclusivamente eterosessuale” e il 6% “esclusivamente omosessuale”, mentre il 43% si collocò in una posizione intermedia.

Fluidità sessuale, un fenomeno che interessa soprattutto i giovani (ma non solo) 

La fluidità sessuale è in crescita e riguarda soprattutto i giovani (anche se il fenomeno interessa sempre più spesso anche gli adulti). Questo accade perché “gli adolescenti nel passaggio dall’infanzia all’età adulta non sanno ancora chi sono, non si identificano ancora in una categoria, la loro identità è in formazione continua, quindi è plausibile che cerchino di sperimentare e fare esperienza di tutto ciò che possono, compresa anche la sessualità”, si legge in un articolo sul sito del Centro di Psicologia Funzionale di Padova, che si occupa di psicologia e psicoterapia. “Le persone, e in particolare gli adolescenti, possono essere spinte a provare nuove esperienze in tutti i versi dell’orientamento sessuale, prima di definirsi meglio in uno di essi. Sperimentare per conoscere, per poter crescere e scegliere ciò che più li descrive e rappresenta dal punto di vista sessuale”.

Il fatto che al giorno d’oggi la sessualità sia vista con minor disagio rispetto al passato e ci sia la possibilità di viverla più liberamente porta i giovani – ma anche gli adulti – a sentirsi più liberi di sperimentare il nuovo, il diverso, per scoprire lati di sé che prima non avrebbero potuto conoscere: “Il fenomeno della fluidità sessuale”, conclude l’articolo, “non è quindi da considerarsi come qualcosa di negativo o che porti confusione rispetto a ciò che una persona è o potrebbe essere ma è un modo, soprattutto per i giovani, di conoscersi. È un’opportunità per potersi identificare nella moltitudine di ciò che è offerto dalla società odierna”.

 

 

 
 
 

In sintesi

Cos’è l’identità di genere? E in che cosa si differenzia dall’orientamento sessuale? E cosa è la “fluidità sessuale”, di cui sempre più spesso si sente parlare? Ecco una breve guida per bambini e genitori.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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