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Un esame del sangue semplice, rapido ed economico permetterà di scoprire se tantissimi bambini sono definitivamente guariti dall’Aids. Si tratta di un nuovo test, messo a punto dagli esperti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, in grado di valutare la carica virale residua nei bambini affetti da Hiv. Più semplice, rapido ed economico rispetto ai test già presenti, il nuovo test sarà disponibile per tutti e potrà essere utilizzato nei Paesi più poveri in cui l’Aids è ancora molto diffuso. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet ed è il risultato di un progetto di ricerca no-profit promosso da EPIICAL, il più grande consorzio internazionale di scienziati coinvolti nella gestione e cura dell’Hiv nei bambini. La ricerca degli esperti del Bambino Gesù ha coinvolto più di 330 bambini che avevano contratto l’Hiv per via verticale, ossia nel grembo materno e iniziato la terapia antiretrovirale fin da piccoli.
I limiti dei test tradizionali
Il modo più sicuro per verificare se il trattamento per l’Hiv è davvero efficace è misurare la carica virale residua, cioè la quota di Hiv-1 che resta nelle cellule delle persone che sono state sottoposte a terapia antiretrovirale. Per questo, nel corso degli anni la scienza ha messo a punto numerosi test per misurare e caratterizzare la quota di Hiv-1. Disporre di questo dato significa che il trattamento antiretrovirale è stato efficace e quindi i bambini possono seguire nuove cure con l’obiettivo di eliminare completamente il virus. Solo quando l’Hiv sarà completamente eliminato dall’organismo, una persona potrà considerarsi completamente guarita. I test finora disponibili, però, fino a oggi sono stati utilizzati molto poco nei Paesi in via di sviluppo, dove si concentra la maggior parte di casi di Aids nei bambini. Il limite principale al loro utilizzo è rappresentato dai costi elevati e dalla quantità di sangue che queste analisi richiedono. Inoltre, non è semplice effettuare questi test in zone in cui i servizi medici e ospedalieri sono carenti o mancano del tutto. Richiedono infatti un prelievo di sangue e passaggi di laboratorio complessi per isolare le componenti del sangue che contengono la carica virale.
Un esame istantaneo e affidabile
Il test messo a punto dall’équipe di Immunoinfettivologia del Dipartimento Pediatrico Universitario ospedaliero del Bambino Gesù è semplice da eseguire e può essere effettuato ovunque. È costituito da uno stick in plastica rigida, provvisto di reagenti in tutto simili a quelli che vengono impiegati, per esempio, per i test casalinghi per il controllo della glicemia. Ogni striscia è contrassegnata da numeri da 0 a 10. Lo 0 rappresenta la minima carica virale residua e il 10 quella massima. È sufficiente prelevare una goccia di sangue della persona (un metodo praticamente indolore anche per un bambino) e metterla a contatto con i reagenti presenti sullo stick. Nel giro di pochi minuti si ottiene il risultato.