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Da una parte problemi col sonno e aumento del consumo di snack fuori pasto e dell’uso della tv. Dall’altra, miglioramento del rapporto con fratelli e genitori: è questa in sintesi la fotografia scattata dalla Società italiana delle cure primarie pediatriche (SICuPP) – sezione Lombardia che attraverso un sondaggio online ha provato a capire se e come la pandemia dovuta al Covid-19 abbia cambiato i bambini. Realizzata in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Università di Milano-Bicocca “Bambini Bicocca”, l’indagine ha visto coinvolte oltre 3.400 famiglie con figli di età compresa tra uno e 10 anni.
Problemi con sonno e cibo
Dai primi risultati è emerso che il lockdown nazionale sperimentato nello scorso anno scolastico e, successivamente, le limitazioni alla vita quotidiana imposte per il contenimento del contagio hanno messo a dura prova nei più piccoli in particolare sonno e alimentazione. Quanto al riposo notturno sono, infatti, stati rilevati nella fascia 1-5 anni una riduzione delle ore di sonno per più di un bambino su tre (37%) e un aumento della frequenza dei risvegli notturni per quasi la metà dei piccoli (oltre il 40%), mentre nella fascia di età 6-10 anni sono stati registrati difficoltà ad addormentarsi (per più di 7 bambini su 10 (72%) e un aumento dei risvegli notturni (30%).
In generale, poi, i genitori dei più piccoli hanno riscontrato anche una maggior irritabilità per oltre 8 bambini su 10 (81%).
Quanto all’alimentazione, in entrambe le fasce di età si è evidenziato un aumento del consumo di snack per quasi la metà dei bambini (44%) accompagnato da riduzione dell’appetito nella fascia di età 1-5 anni.
Aumenta l’uso di tv e dispositivi digitali
“Altri aspetti critici che hanno preoccupato molto in particolare i genitori dei bambini più piccoli sono l’incremento considerevole della fruizione della televisione, un calo dell’attenzione sfociato in generale svogliatezza e un uso massiccio delle tecnologie digitali”, ha spiegato Marina Picca, presidente SICuPP Lombardia. Quanto alla “scuola a distanza” che le famiglie hanno imparato a conoscere molto bene durante la pandemia da Covid-19, mentre i genitori dei più piccoli sostengono che sono stati vissuti in modo positivo i legami educativi a distanza (Lead) proposti dai nidi e dalle scuole dell’infanzia, per i più grandi l’esperienza della didattica a distanza ha fatto registrare diverse criticità e limiti (sebbene considerata adeguata dal 42% dei genitori).
Migliorano le relazioni in famiglia
C’è anche qualche notizia buona. A fronte di diverse criticità registrate in relazione a sonno, alimentazione e aumento dell’uso di tv e dispositivi digitali, emergono dall’indagine anche cambiamenti in positivo, come per esempio il miglioramento delle relazioni con genitori e fratelli, registrato in entrambe le classi di età. Nei più piccoli, poi, è stato messo in evidenza da più della metà dei genitori intervistati un incremento nello sviluppo linguistico. Quanto alle regole imposte per il contenimento del Covid-19, dall’indagine è emersa una sostanziale tenuta da parte dei bambini nell’accettare le limitazioni (l’80% dei bambini più piccoli e l’83% dei più grandi).