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Bambole, soldatini, trottole, macchinine, trenini: non sempre “l’usato è garantito”. Lo hanno dimostrato ricercatori dell’università di Plymouth (Gran Bretagna) che hanno analizzato 200 giocattoli vintage recuperati in case, nursery e charity shop, scoprendo alte concentrazioni di metalli e altre sostanze pericolose, fra cui antimonio, bario, bromo, cadmio, cromo, piombo e selenio. Ulteriori test hanno dimostrato che, a contatto con i succhi acidi, diversi giocattoli vintage rilasciavano metalli e altre sostanze in quantità superiori ai limiti fissati dalla Direttiva europea sulla sicurezza dei giocattoli. Esperti di scienza ambientale avevano già segnalato come, per esempio, i bicchieri decorati possono contenere livelli nocivi di piombo e cadmio.
Sono cambiate le norme di sicurezza
Esiste un Regolamento dell’Unione Europea sulle sostanze chimiche, denominato REACH (Registration, Evaluation, Authorization and Restriction), che per ogni sostanza stabilisce campo di applicazione, condizioni, obblighi e soggetti responsabili. Il suo scopo è di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente, oltre che promuovere la libera circolazione di articoli e delle sostanze chimiche nel mercato europeo. Ma i giocattoli vintage sfuggono a questa normativa.
Usato poco sicuro
I giochi usati rappresentano un’opzione interessante per le famiglie perché possono essere ereditati gratis o comprati a basso costo, nei mercatini o su Internet. Ma, mentre la Direttiva Ue sulla sicurezza dei giocattoli si applica ai nuovi prodotti, non ci sono norme che regolano il riciclo o la vendita dei vecchi giocattoli vintage. Se, con le nuove leggi, l’industria delle materie plastiche ha dovuto prendere tutte le misure necessarie a escludere metalli e altre sostanze potenzialmente tossiche dai nuovi giocattoli, quelli prodotti prima restano in circolazione.
Nuovo garantito
La conformità ai requisiti della Direttiva giocattolo è obbligatoria per tutti i giocattoli importati, commercializzati o venduti in Europa. I prodotti contrassegnati con il marchio CE si presumono conformi alla Direttiva e ai requisiti di tutte le altre Direttive applicabili, garantendone così l’accesso a tutti i mercati degli stati membri dell’Unione.