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Comunemente vengono chiamate “gambe a parentesi” e “gambe a X”. Sono due difetti che interessano le ginocchia di molti bambini, scientificamente noti rispettivamente con i nomi di “ginocchia vare” e “ginocchia valghe”, e che solitamente tendono a correggersi con la crescita.
Condizioni fisiologiche
In molti bambini sono osservabili entrambi i difetti: appena prendono confidenza con il camminare, in quasi tutti i bimbi è osservabile una fase di varismo (con le ginocchia che tendono a distanziarsi) che tende poi a evolvere verso una fase di valgismo (ginocchia che tendono ad avvicinarsi assumendo la caratteristica forma a X) intorno ai 3 anni di età. Nella maggior parte dei casi entro i 4-5 anni e in maniera del tutto spontanea l’asse deviato prima verso l’esterno e poi verso l’interno, tende a tornare neutro. Si parla, in questi casi, di ginocchia vare e ginocchia valghe come di condizioni fisiologiche che tendono a regredire con la crescita.
Se il valgismo non si risolve spontaneamente
Il valgismo, però, può permanere e non regredire spontaneamente, soprattutto in caso di sovrappeso e obesità. In caso di mancata correzione spontanea al raggiungimento degli 11-12 anni e deformità marcata delle gambe “si è dimostrata molto efficace la correzione chirurgica mediante epifisiodesi parziale della cartilagine di accrescimento”, spiega Pierluigi Maglione dell’Unità Operativa di Ortopedia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Questo intervento consiste nel bloccare temporaneamente la parte interna della cartilagine di accrescimento del femore e della tibia attraverso l’applicazione di una piccola placca avvitata, consentendo la crescita della sola porzione esterna del ginocchio al fine di ottenere il riallineamento dell’arto inferiore”.
Ricovero breve e ripresa rapida
Questo tipo di intervento sulle ginocchia valghe, oggi molto praticato, può essere eseguito solo durante la fase di sviluppo, cioè prima della chiusura delle cartilagini di accrescimento, e necessita di un ricovero di soli due giorni, con dimissione del piccolo paziente la mattina successiva al giorno dell’intervento. “Inoltre consente di riprendere subito le comuni attività quotidiane. Una volta ottenuto il riallineamento dell’arto operato, mediamente in 12-18 mesi, sarà possibile rimuovere le placche, spesso con un ricovero giornaliero”, spiega sempre Maglione. Una volta raggiunta la maturità ossea, invece, per correggere le ginocchia valghe “è necessario ricorrere a interventi più complessi e invasivi, come l’osteotomia femorale o tibiale, che richiedono un periodo di convalescenza più lungo”.
Se a permanere è il varismo
L’intervento di epifisiodesi è indicato anche nel caso in cui a permanere sia una condizione di ginocchia vare (gambe a parentesi). Se generalmente nella correzione del valgismo si esegue una epifisiodesi della cartilagine di accrescimento mediale del femore, nella correzione del varismo si esegue una epifisiodesi della cartilagine di accrescimento laterale della tibia.