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Hansel e Gretel erano due fratellini che vivevano con i loro genitori in una bella casetta vicino al bosco.
Erano molto golosi e non proprio ubbidienti. Si divertivano a giocare nel loro giardino ma molto spesso, nonostante le raccomandazioni di mamma e papà, scavalcavano la staccionata in cerca di avventure. Quante volte avevano perso la strada di casa e si erano cacciati nei guai, nemmeno loro lo sapevano dire.
Un giorno imboccarono un sentiero che li portò in un punto dove il bosco era molto fitto, tant’è che non riuscirono a tornare indietro. La piccola Gretel iniziò a piangere: era spaventata, aveva freddo e fame. Hansel la prese per mano e seguì una luce che proveniva da una radura vicina. Quando ci arrivarono videro una casetta fatta di un legno scuro particolarmente lucente. Tutto intorno c’erano fiori coloratissimi e i due fratellini notarono un odorino di dolciumi delizioso.
Hansel incuriosito leccò una parete della casetta.
Gretel si mise a ridere: “Ma che cosa fai? Sei matto?”. E invece fu proprio come suo fratello aveva immaginato. La casetta era fatta di cioccolata, le finestre di caramello, le persiane di biscotto, i davanzali di pan di Spagna. “Hansel – gridò Gretel – vieni, i fiori sono dei lecca lecca squisiti”. Che gioia! Il paradiso di ogni bambino! All’improvviso si accorsero che dal camino usciva del fumo. Non era fumo, era zucchero filato.
Se fuori era tutto così buono, chissà che cosa doveva esserci dentro?
Bussarono alla porta e una vocina rispose: “Venite bambini, vi stavo aspettando”. Entrarono e videro una tavola imbandita con torte, pasticcini, frittelle, marmellate e succhi di lamponi, fragole, mirtilli. Un’amabile vecchina li fece accomodare: “Ho preparato tutto questo per voi” disse. “Pancia mia fatti capanna” rispose Hansel e i due fratellini ringraziarono di cuore e si abbuffarono a più non posso. Esausti si addormentarono con la testa sul tavolo.
Che amara sorpresa quando si svegliarono rinchiusi in una gabbia!
A fianco a loro bolliva un enorme pentolone e la vecchina era diventata una brutta strega. “Miei cari fanciulli – disse loro – siete caduti nella mia trappola: vi farò ingrassare e quando sarete belli cicciottelli vi cucinerò e vi divorerò”. Che paura! Gretel tremava come una foglia e Hansel cercava di escogitare un piano per salvare sé e sua sorella.
Tutte le sere, dopo aver rimpinzato i bambini di cibo, la strega si avvicinava alla gabbia e chiedeva ad Hansel di porgerle un dito: voleva vedere se era ingrassato abbastanza per poterlo mangiare. Per fortuna era un po’ cieca e non si era accorta che Hansel le dava sempre un ossicino di pollo sottile, sottile. “Accidenti – diceva – non siete ancora pronti, nonostante tutto quello che vi do da mangiare”.
Hansel intanto era diventato amico di un topolino che si aggirava per casa. Quando poteva, gli dava un avanzo del suo formaggio e lo rendeva tutto contento. Un giorno gli disse: “Caro topino, tu hai la fortuna di essere libero. Recuperami la chiave della gabbia che la strega tiene nella tasca destra del suo grembiule. Mi raccomando, però: fallo di notte, mentre dorme profondamente”.
Così fece il topino e la mattina dopo consegnò la chiave ad Hansel. Quando quella sera la strega si avvicinò alla gabbia, aprì all’improvviso lo sportello e la spinse nel pentolone che bolliva da giorni. Al posto dei bambini ci finì lei e si bruciò tutto il sedere. Scappò via urlando dal dolore mentre i bambini ridevano a crepapelle.
Hansel e Gretel tornarono a casa con un mazzo di fiori di lecca-lecca per i loro genitori.
Raccontarono della loro straordinaria avventura e dopo lo spavento che si erano presi, e che avevano fatto prendere a mamma e papà, promisero che mai più si sarebbero allontanati da soli.