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UGO IL BRUCO
di Marzia Mazzoni, Cesena, mamma di Gianmarco e Giacomo
C’era una volta un piccolo bruco di nome Ugo.
Era un bruco curiosissimo: strisciava tutto il giorno e si guardava sempre attorno in cerca di nuove avventure. Amava in particolare raggiungere le cime più alte degli alberi per poter guardare il cielo, gli uccelli volare e le bellissime farfalle colorate. In realtà anche a Ugo il bruco sarebbe piaciuto volare, libero nel cielo proprio come gli uccelli e le farfalle, ma lui era un piccolo bruco e poteva solo strisciare.
Un giorno una farfalla, la più bella di tutta la foresta,
lo vide triste e gli chiese che cosa avesse fatto. Ugo il bruco spiegò alla farfalla che era triste perché non sapeva volare. La farfalla gli fece un gran sorriso, lo accarezzò con le ali e gli rispose di essere paziente, aspettare e… un giorno presto anche lui avrebbe imparato a volare! Il bruco Ugo non poteva credere a quello che gli aveva detto la farfalla, lui era solo un piccolo bruco! Ma in fondo fondo continuava a pensarci e a sperarlo.
Quando arrivò l’autunno e cominciarono a cadere le foglie
, Ugo il bruco iniziò a preparare il suo bozzolo per l’inverno, la sua tana per ripararsi dal freddo, in cui avrebbe dormito fino a primavera. L’inverno fu molto freddo, cadde tanta neve, ma Ugo il bruco dormì beato nel suo bozzolo e solo quando la neve si sciolse e i fiori spuntarono nei prati il bruco cominciò a svegliarsi.
“Finalmente primavera”
, pensava Ugo il bruco, mentre pian piano iniziava a uscire dal suo bozzolo. Ugo però si sentiva strano, diverso, e non riusciva a capirne il motivo. Ritornò a pensare a quello che gli aveva detto la farfalla, che un giorno anche lui avrebbe imparato a volare. In quel momento Ugo si accorse di avere sulla schiena due bellissime e coloratissime ali, proprio come una farfalla! Ugo allora uscì dal bozzolo e si liberò nel cielo: era incredibile, sapeva volare!
Non riusciva a credere
a quello che gli stava succedendo! Volò sui prati, sui fiori e sulle case e quando attraversò in volo un grande lago vide la sua immagine riflessa nell’acqua: si era trasformato in una bellissima farfalla, ancora più bella di tutte quelle che aveva visto nella sua vita. Così Ugo, non più bruco ma farfalla, ora è felice di non dover più strisciare, ma di saper finalmente volare.