La Gambaressa e sua Figlia
Io vedo spesso i saggi che fanno come i gàmberi:
quando toccar desiderano i più sicuri il porto,
camminano a ritroso. Così verso un contrario
punto coi remi tendono talvolta i marinari,
mirando a un altro, e intanto ingannan gli avversari.
Potrei questo mio tema con gran volo di penna
a qualche riferirlo nostro conquistatore,
che scioglie d’una lega a cento capi il bandolo
coll’arte sua segreta. Ancora non accenna,
e già fulmineo scende Luigi vincitore.
Invan cercano i popoli entro al suo cor di leggere.
Chi legge del Destino nel libro? è tempo perso.
Fatal trabocca il fiume e cento iddii son deboli
incontro a Giove. Io dico (e poi vengo alla favola)
che Luigi e il Destino conducon l’universo.
La Gambaressa un giorno alla figliola
dicea: – Come cammini? tu vai storta.
– E tu? – rispose la figliola accorta, –
come cammini? io sono alla tua scola.
Andar dritta non oso
dove tutti camminano a ritroso -.
Avea ragion, mi pare,
che l’esempio di casa tanto vale
nel ben, come nel male,
e fa gli stolti e fa gli uomini onesti
(ma più forse di quelli che di questi).
Del voltare le spalle or torno al tema:
e in certi casi, dico, è un buon sistema
che giova nel mestier anche di Marte,
purché si faccia a tempo e con buon’arte.