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Ai bambini vengono dati regolarmente farmaci contro tosse e raffreddore, nonostante il loro utilizzo sia sconsigliato sotto i 6 anni di età e, peraltro, è spesso inutile perché questi disturbi, quasi sempre di origine virale, passano da soli.
Ancora troppi casi
L’allarme arriva da un nuovo studio pubblicato sul Canadian Journal of Public Health, coordinato da un’équipe di ricerca del St. Michael’s Hospital di Toronto. Dopo l’introduzione, nel 2009, dell’obbligo di etichettatura da parte dell’agenzia Health Canada, si è rilevata una lieve diminuzione nell’impiego di prodotti da banco nei bambini, pari a circa il 22%. Nonostante ciò, rimane rimane una percentuale importante di piccoli che continua ad assumere farmaci contro la tosse potenzialmente pericolosi per la salute, come segnala la ricerca che ha preso in considerazione circa 3.500 bambini fra il 2008 e il 2011.
Genitori poco informati
Gli autori dello studio affermano di aver rilevato che un gran numero di bimbi continua a ricevere i farmaci contro la tosse, nonostante le evidenze scientifiche di possibili danni e anche di scarsa efficacia non lascino più dubbi. Molti genitori rimarrebbero addirittura sorpresi quando apprendono che stanno dando ai propri figli dei prodotti potenzialmente dannosi. Occorre, quindi, favorire una maggiore consapevolezza sui rischi per i bambini dei farmaci contro la tosse, che i ricercatori propongono di rendere meno facilmente reperibili. Per esempio, sottoponendone la vendita a prescrizione medica.
La situazione in Italia
Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), assicura che nel nostro Paese il rischio è inferiore, ma è giusto mantenere alta l’attenzione. In Italia non ci sono dati affidabili sul fenomeno, ma c’è nelle famiglie una minore tendenza all’autoprescrizione di medicinali senza la consulenza del pediatra. Tuttavia, molti genitori non sanno che eccipienti e principi attivi contenuti in questi farmaci, anche se pediatrici, possono risultare eccessivi e provocare allergie o tossicità nei bimbi più piccoli. Il rischio è talvolta sottovalutato in particolare per i bimbi di 4-5 anni, perché non sono più piccolissimi.