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Davvero esistono razze di cani non adatte ai bambini? È una domanda che ricorre spesso, soprattutto dopo i recenti fatti di cronaca di aggressioni verso i più piccoli o come la sedicenne assalita da un rottweiler nel giardino del suo condominio. Molto spesso questi episodi si rivelano gravi e arrivano ad avere conseguenze anche molto serie. Abbiamo affrontato questo tema delicato con la dottoressa Manuela Michelazzi, veterinaria Specialista in Etologia applicata e Benessere animale a Milano.
Razze di cani non adatte ai bambini, esistono davvero?
“Non è del tutto corretto affermare che ci sono alcune razze di cani non adatte ai bambini” esordisce l’esperta. “Sarebbe una pericolosa banalizzazione, che esporrebbe ad altri rischi. Nella mia esperienza, per esempio, mi è capitato di trattare labrador o golden retriever, tipologie ritenute perfette per i più piccoli, perché avevano dato segni di aggressività. Al contrario ho assistito a casi di pastori tedeschi o addirittura molossi estremamente a proprio agio con i bambini”.
Ogni esemplare deve dunque essere considerato un caso a sé, che si tratti di un cane di razza o di un meticcio, di un cane grande o di piccola taglia. Ecco dunque che cosa non dimenticare.
- È sbagliato considerare il cane una sorta di essere “umano a quattro zampe” che apprende automaticamente a rapportarsi con un bambino senza che nessuno lo abbia abituato a farlo.
- Altrettanto scorretto è vedere in ogni cane una fonte di potenziale pericolo per il bambino. Impostare un rapporto sano tra i due è il modo migliore per creare una relazione sicura nel tempo e fonte di arricchimento per il bimbo e per la famiglia.
- Non si deve credere che un cane che si è sempre mostrato “buonissimo” lo sia altrettanto anche con un bambino, che può scatenare in lui reazioni del tutto nuove e inaspettate.
- È vero che un cane di grossa taglia, se aggredisce un bambino, può causare ferite importanti. Anche un bassotto o un barboncino, però, in caso di morso, possono raggiungere il viso o gli occhi, provocando danni seri, senza contare il trauma a livello emotivo.
Quando nasce un bambino: abituare il cane di casa
Una causa, purtroppo frequente, di abbandono del proprio animale domestico è proprio la nascita di un bambino. In molte famiglie si teme di non avere più tempo da dedicare al cane oppure si notano, da subito, comportamenti che causano apprensione nei genitori. “Tutto questo si può evitare con semplici, ma essenziali regole di comportamento che aiutano a instaurare da subito in casa corrette dinamiche relazionali tra cane e neonato”, chiarisce l’esperta.
- La nascita di un bambino impegna, è innegabile. Ma non dovrebbe mai rappresentare per il cane una privazione, in termini di tempo e di attenzione da parte dei proprietari. Nel limite del possibile, quindi, gli orari delle passeggiate, dei pasti, del gioco della bestiola dovrebbero essere mantenute.
- Il neonato, quando arriva in casa, non cambia solo le abitudini. Porta con sé una serie di sensazioni tutte nuove che spesso solo il cane percepisce, come odori diversi e soprattutto suoni. Basti pensare che il pianto di un neonato, secondo gli esperti, richiama al cane i versi di una preda, scatenando possibili reazioni.
- È importante abituare il cane ad avvicinarsi alla stanza del piccolo, a percepire gli odori prima ancora che il bambino sia nato, per adattarsi in anticipo alla nuova situazione.
- Il neonato per il cane deve rappresentare sempre un arricchimento e mai una privazione. Solo in questo modo potrà associare il bimbo a sensazioni positive e difficilmente avrà reazioni pericolose. Se, per esempio, la bestiola cerca coccole, non è giusto respingerla perché in quel momento si ha in braccio il bambino. Va anzi coinvolta.
- Allo stesso modo è utile per esempio associare la presenza del piccolo o il momento dell’allattamento con una sensazione piacevole, come concedere un premietto goloso.
Il rapporto tra cani e bambini più grandicelli
Un altro possibile momento critico coincide con quando il piccolo inizia a muoversi in modo autonomo per la casa, prima gattonando e poi camminando. È del tutto normale che si avvicini al cane, incuriosito, che cerchi di toccarlo. “Questo può però scatenare nuove reazioni anche nell’esemplare più mansueto, indipendentemente dalla questione delle razze di cani non adatte ai bambini” avverte la dottoressa Michelazzi. “Ecco perché è fondamentale che sia sempre presente un adulto. Non semplicemente nella stessa stanza, ma tra il bambino e l’animale, per impedire reazioni imprevedibili e spesso rapidissime”. Ecco come abituare bambini e cani a una convivenza felice.
- Un bambino piccolo si avvicina rapidamente, puntando dritto al cane e fissandolo negli occhi: un approccio normale per un umano, che però il cane, nel suo linguaggio, può percepire come minaccioso.
- È importante che il proprietario adulto conosca il linguaggio corporeo del proprio animale, per poter intervenire prima che compaia la reazione improvvisa. “Purtroppo non esiste ancora una adeguata consapevolezza di quando il cane è a disagio e quindi a rischio di aggressione” aggiunge l’etologa. “Leccarsi le labbra, arretrare, girare la testa sono segnali che la bestiola desidera essere lasciata tranquilla, anche se ancora non ringhia. È bene quindi interrompere il comportamento disturbante”.
- Ogni famiglia con un cane, quando arriva un bambino, dovrebbe apprendere queste fondamentali competenze, chiedendo informazioni a professionisti esperti in materia. Esistono anche patentini per proprietari con bambini messi a punto con l’ordine dei veterinari, per formare proprietari davvero consapevoli, nell’interesse della sicurezza del bambino, della famiglia e del cane stesso.
- Conoscere i comportamenti del cane è la base per un rapporto equilibrato, che può essere positivo per il bambino solo se è sereno e sicuro, partendo dal rispetto dei bisogni della bestiola.
Bambini e cani, regole di sicurezza fuori casa
Quando si ha un bambino, è importante anche curare l’approccio tra il piccolo e i cani che si possono incontrare fuori casa, per esempio ai giardini. Non basta insegnare ai figli che un cane non è un pupazzo (no a tirate di coda e orecchie, per esempio), ma è importante anche la gestualità.
- I bambini hanno comportamenti naturali del tutto normali, per esempio correre. I genitori devono essere consapevoli che la corsa innesca nel cane un istinto predatorio, che porta a rincorrere il bambino e ad atterrarlo. Questo può costituire un pericolo per il bambino o anche soltanto una fonte di spavento. Attenzione quindi alla presenza di cani liberi in prossimità di bambini piccoli senza una adeguata sorveglianza.
- Un altro modo naturale dei bambini (e anche di molti adulti) per un approccio “conoscitivo” è allungare il braccio. Questo gesto non è gradito in generale ai cani, che possono anche rispondere con un comportamento aggressivo o anche solo con un ringhio che spaventa. Si deve quindi sorvegliare la gestualità dei bambini e insegnare loro a non avere questo tipo di approccio verso i cani, nemmeno con quelli che si conoscono e che sembrano assolutamente mansueti.
- Il gesto di accarezzare un cane sulla testa è molto comune, ma è sbagliato. L’animale infatti lo percepisce come un tentativo di sottometterlo e può reagire male, soprattutto se questo avviene da parte di un individuo che riconosce come più “debole” come nel caso di un bambino, in particolare se sconosciuto.
- È essenziale chiedere sempre ai proprietari di un cane se questi può essere accarezzato, anche se è un cane di piccola taglia e apparentemente innocuo. L’approccio deve essere cauto, insegnando al bambino a compiere gesti lenti, senza fissare la bestiola negli occhi.
Foto di Mondisso per pixabay.com