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Giornate all’aria aperta, giochi in libertà in riva al mare, sui prati di montagna o in campagna. Ma attenzione: il pericolo di un eritema solare per i più piccoli è concreto. Prima degli otto anni, infatti, la cute dei bambini non è in grado di difendersi dai raggi solari: bastano quindi poche ore senza protezione perché la pelle prima si arrossi e poi sviluppi un eritema solare che, nei casi più gravi, può diventare una scottatura, responsabile di danni nel presente ma anche nel futuro.
Danni immediati e permanenti
È stato provato, infatti, che le scottature in età infantile si traducono in una maggior probabilità di sviluppare problemi di salute anche importanti in età adulta. Ecco perché proteggere i piccoli è un obbligo per i genitori. La maggior parte di loro è consapevole dei pericoli legati a una scorretta esposizione al sole, ma poi non sa ancora bene cosa fare, soprattutto quando si tratta di bambini.
Neonati mai al sole diretto
Prima dei sei mesi un neonato non dovrebbe mai essere esposto direttamente al sole e almeno fino ai due anni il tempo di esposizione va limitato, magari ai momenti in cui il piccolo nuota al mare o in piscina. Ma per evitare l’eritema solare occorre proteggere sempre i piccoli con un solare a protezione 50 che va messo su tutte le zone esposte senza fare sconti sulla quantità. La protezione va poi rinforzata con cappello, occhiali da sole e maglietta.
Le regole dopo i 2 anni
Dopo i due anni i bambini possono iniziare a trascorrere del tempo sotto i raggi, rispettando però una serie di buone regole che scongiurino l’eritema solare e altri pericolosi danni. Per prima cosa, l’ora: l’esposizione diretta va evitata dalle 11 alle 16, quando la potenza dei raggi Uvb è massima. Durante il resto della giornata i piccoli possono stare al sole, ma sempre protetti da una crema solare a schermo fisico, che non contenga profumi o altri possibili allergeni e per un tempo il più possibile limitato, alternando momenti di sole e momenti di ombra.
Il solare comunque va applicato anche se i bambini stanno sotto l’ombrellone perché il riverbero dei raggi solari sull’acqua e sulla sabbia è altrettanto dannoso per la loro pelle. Attenzione poi a rimetterlo ogni due ore e sempre dopo che il piccolo ha fatto il bagno o la doccia: anche se si tratta di formule resistenti all’acqua e al sudore, l’efficacia di un solare si riduce con il tempo e con il contatto con l’acqua, lo sfregamento con i tessuti.