Argomenti trattati
Potrebbe bastare una semplice analisi per capire come i bambini con epilessia rispondono ai farmaci e quindi per impostare al meglio la cura. I farmaci e i trattamenti disponibili sono tanti e non è facile per il medico trovare subito il trattamento terapeutico migliore, perché non tutti i bambini rispondono allo stesso modo alle cure. Ecco perché sarebbe davvero utile poter stabilire a monte la cura più efficace per ogni singolo caso. In futuro questa speranza potrebbe diventare realtà. Tutto merito di un’equipe di ricercatori italiani, che ha studiato il ruolo di due ormoni, il cui livello può essere misurato nel sangue, che potrebbero predire la risposta a determinati medicinali. Ecco come funziona.
Una ricerca in più tempi
Lo studio che ha acceso nuove speranze sul trattamento dell’epilessia è stato finanziato dal ministero della Salute nell’ambito di un progetto di ricerca finalizzata ed è durato un anno e mezzo. Condotto da un gruppo di studiosi dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e dell’AUSL di Modena, è stato pubblicato sulla rivista “Neurology”. È stato realizzato in due tempi: una prima fase in laboratorio, su diversi modelli sperimentali, una seconda su un gruppo complessivo di 114 bambini sotto i 14 anni, tutti affetti da epilessia.
Il ruolo di due ormoni “anti-epilessia”
La ricerca si è concentrata soprattutto sul ruolo della ghrelina e del suo derivato, la des-acil ghrelina: si tratta di due ormoni prodotti principalmente dallo stomaco, che sembrano dotati di proprietà antiepilettiche, che però non sono ancora state studiate attentamente nell’uomo. Gli autori hanno cercato di capire se fra il loro livello nel sangue e la risposta ai farmaci antiepilettici ci fosse una qualche relazione. Allo scopo hanno condotto vari test sia nei modelli sperimentali sia nei bambini.
Basterà un semplice prelievo?
Dalle prove effettuate, è emerso che i bambini che rispondono bene ai farmaci contro l’epilessia hanno un livello più elevato di ghrelina e des-acil ghrelina nel sangue. Più precisamente, si è visto che i livelli plasmatici di ghrelina erano raddoppiati nei volontari che presentavano una risposta ottimale alle cure. Gli esperti hanno concluso che questi due ormoni potrebbero avere un ruolo importante nella riduzione delle crisi epilettiche e, inoltre, che potrebbero rappresentare un indicatore importante di risposta ai farmaci usati per la cura dell’epilessia. “Ghrelina e des-acil ghrelina potrebbero costituire il primo biomarcatore disponibile per controllare con un semplice prelievo ematico la possibilità che possa verificarsi una risposta positiva alla terapia farmacologica” hanno affermato gli autori.