Epilessia bambini: cos’è e come comportarsi

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 30/10/2023 Aggiornato il 30/10/2023

L'epilessia bambini è un disturbo neurologico che causa convulsioni, cadute, perdita di coscienza. Si può controllare efficacemente a patto che la diagnosi sia corretta. Ecco come intervenire in caso di crisi

Epilessia bambini: cos’è e come comportarsi

L’epilessia bambini è un evento non raro, che a volte si presenta come un episodio unico in tutta la vita. In altri casi, si manifesta con crisi più o meno intense, che possono anche ripetersi nel tempo. Secondo gli esperti, compare proprio nell’infanzia e in generale nelle persone di età inferiore ai 20 anni. Dovuta a predisposizione famigliare o a traumi subiti dal cervello, l’epilessia bambini può essere affrontata con una cura adeguata a base di farmaci in grado di diminuire nel tempo il ripetersi delle crisi o di farle scomparire.

Sintomi dell’epilessia nei bambini

L’epilessia è una sorta di “scarica elettrica” che coinvolge le cellule del cervello, provocando movimenti bruschi ed incontrollati, perdita di contatto con l’ambiente, cadute simili a svenimenti. La crisi epilettica è scatenata da un improvviso eccesso di attività delle cellule cerebrali, che può restare limitata ad un gruppo di cellule del cervello, oppure interessare inizialmente solo un gruppo di cellule e in seguito diffondersi alle altre. Altre volte, invece, la scarica può coinvolgere fin dall’inizio e contemporaneamente tutte le cellule del cervello. A seconda delle aree in cui si manifesta la crisi, saranno diverse anche la manifestazioni esterne.

Epilessia bambini, l’importanza del sostegno

I bambini sono la categoria più soggetta alle crisi epilettiche: fortunatamente, spesso si tratta di epilessie benigne, facilmente curabili e destinate a scomparire completamente con l’adolescenza. Per aiutare i piccoli con epilessia, è fondamentale garantire loro il completo sostegno dei genitori, della famiglia in generale e della scuola.

  • Innanzitutto, non ci si deve spaventare di fronte alla diagnosi di epilessia, né nasconderla a parenti o insegnanti: il bambino deve essere trattato come tutti gli altri e andare a scuola con i coetanei, perché le sua capacità e la sua intelligenza non risentono della malattia in sé. E’ necessario creare attorno a lui un clima il più possibile sereno, come deve essere quello di tutti gli altri bambini.
  • Il piccolo non deve essere mai trattato come un malato e gli si deve permettere di giocare in piena libertà. Può anche praticare sport, anche se in alcuni, come il nuoto, è opportuna la vicinanza di adulti.
  • Inoltre i genitori devono stare attenti che il bambino non interrompa mai la cura: per questo potrebbe essere utile l’uso di una scatoletta da riempire ogni sera con la dose per il giorno dopo.

I diversi tipi di crisi epilettica

Non esiste un solo tipo di epilessia bambini, ma diverse a seconda dell’area cerebrale interessata dalla crisi.

Crisi focale o parziale

La scarica elettrica che rimane confinata ad un solo gruppo di cellule. A seconda della zona colpita, compaiono movimenti anormali come irrigidimento e scosse, disturbi visivi, temporanea della vista e allucinazioni, sensazioni strane al gusto o all’olfatto.

Crisi parziale con generalizzazione secondaria

Interessa prima un ristretto gruppo di cellule, quindi si diffonde ad altre. In questo modo, oltre ai disturbi locali, seguono manifestazioni più globali, come la perdita della coscienza.

Crisi generalizzata 

E’ la più complessa e compare quando tutte le cellule cerebrali sono coinvolte nel corto circuito. Se dà luogo a manifestazioni motorie e completa perdita di coscienza, il bambino cade a terra improvvisamente, si scuote, può avere bava alla bocca, passando quindi in uno stato di pesante assopimento o di confusione. Oppure si può verificare la sola perdita della coscienza oppure, ancora, scosse localizzate agli arti superiori, senza perdita di coscienza.

Come si scopre l’epilessia nei bambini

Per capire se si tratta realmente di epilessia è necessario che il medico valuti le modalità con le quali si è presentata la crisi, coinvolgendo le persone che hanno avuto modo di osservarla. Nei bambini, è fondamentale distinguere questo disturbo da sincopi da pianto, attacchi di vertigini, incubi notturni. Se le crisi sono ripetute con frequenza a distanza di tempo, allora esiste la possibilità che si tratti realmente di crisi epilettiche. Occorrono quindi alcuni esami strumentali. Vediamo quali.

  • L’elettroencefalogramma, che attraverso il posizionamento di alcuni elettrodi individua la presenza di anomalie nel circuito elettrico del cervello;
  • l’elettroencefalogramma dinamico, che si effettua con una apparecchiatura che si indossa e che consente di registrare l’attività del cervello per un tempo prolungato, mentre il bambino svolge le sue normali attività quotidiane;
  • Il video-elettroencefalogramma, che si serve di una telecamera per verificare se esiste una relazione tra la crisi e la normale attività cerebrale.

Come comportarsi

Gli esperti della Lice -Lega italiana contro le epilessie consigliano alcune norme di comportamento da adottare in caso di epilessia bambini, utili anche se la crisi compare negli adulti.

  1. La crisi violenta e prolungata compare quando si interrompe improvvisamente l’assunzione di farmaci: in questi casi gli si può somministrare il farmaco per via rettale oppure, dopo aver chiamato il medico, per iniezione;
  2. Non ci si deve spaventare: infatti, il bambino non avverte dolore durante queste crisi: se prima della crisi compaiono segni premonitori bisogna assolutamente evitare che batta la testa durante la caduta, provvedendo per esempio a sistemare un cuscino;
  3. Durante la crisi si devono sbottonare i vestiti e i colletti troppo stretti che impediscono di respirare. E’ inoltre bene adagiare il bambino su un fianco, per facilitare il deflusso della saliva dalla bocca;
  4. Quando il piccolo si risveglia, è importante cercare di rassicurarlo con la massima calma. Evitare di causargli agitazione con la propria ansia;
  5. Evitare manovre come il massaggio cardiaco che non è necessario e non cercare di aprire la bocca del bambino;
  6. Far condurre al bambino con epilessia una vita il più regolare possibile, con una sana alimentazione e un giusto ritmo sonno-veglia, una vita sociale del tutto simile a quella dei coetanei.

Come si cura l’epilessia bambini

L’epilessia si cura con la somministrazione di farmaci che evitano o riducono la frequenza delle crisi, diminuendo l’iperattività delle cellule cerebrali. Il dosaggio  va stabilito soltanto sotto controllo medico in rapporto al peso e all’età. Con l’andare del tempo, anche diminuendo la somministrazione dei farmaci, le crisi tenderanno a presentarsi con frequenza sempre minore. Può considerarsi completamente guarito solo chi non è più soggetto a crisi, anche se deve continuare il trattamento. Non sempre è possibile eliminare completamente le crisi: tuttavia, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è possibile renderle meno improvvise e più controllabili.

Foto di Yan Krukau da Pexels

 
 
 

In breve

L’epilessia bambini deve essere distinta da altri disturbi come la sincope e il terrore notturno. Una volta fatta la diagnosi, si deve seguire con attenzione la cura farmacologica e far condurre al piccolo una vita il più possibile normale.

 

Fonti / Bibliografia

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