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L’emicrania nei bambini è sempre più diffusa: colpisce fino all’11% dei bambini in età scolare e interessa un adolescente su quattro. A causa della pandemia e del lockdown questi sintomi sono aumentati.
Legata all’emotività
“Il Covid ha segnato doppiamente i nostri pazienti perché ha cambiato profondamente la loro vita – spiega Antonia Versace, responsabile del Centro cefalee dell’età evolutiva dell’Azienda sanitaria ospedaliera Città della salute e della scienza di Torino – L’emicrania è una patologia spesso legata all’emotività, soprattutto nei giovanissimi”.
Nel primo lockdown
“Durante la prima ondata della pandemia – spiega sempre Antonia Versace – la malattia è passata sotto silenzio e molti malati non si sono più rivolti ai Centri cefalee per paura di un possibile contagio”. Inoltre, il lockdown forzato e il cambiamento delle normali abitudini nella vita pratica ha portato a un significativo calo anche dello stress, elemento scatenante dell’emicrania.
In quelli successivi
Tuttavia, ”nella seconda e terza ondata la situazione è cambiata – prosegue Antonia Versace – Il carico del lavoro scolastico è aumentato e ha costretto a stare molte ore davanti al computer. La prolungata limitazione delle normali attività sociali ha provocato ansia e, di conseguenza, anche un peggioramento di chi soffre di frequenti attacchi di mal di testa”.
Presenti anche nausea, vomito e aura
I sintomi dell’emicrania variano da persona a persona e a seconda della tipologia, ma i più frequenti sono nausea, vomito, ipersensibilità alla luce o agli odori e alterazioni della vista, oltre al classico mal di testa. Alcuni vedono luci sfarfallanti o linee davanti agli occhi, definite aura. L’emicrania nei bambini e nei giovani, tuttavia, ha delle caratteristiche diverse rispetto all’ adulto: l’attacco ha una breve durata, il dolore è meno forte e tende alla remissione spontanea.
Un nuovo integratore
Il cambio di rotta non è facile, ma una recente ricerca condotta al Campus Bio-Medico di Roma, e pubblicata sulla rivista International Journal of Neurology and Brain Disorders, ha notato alcuni effetti positivi grazie all’uso di un integratore a base di partenio, griffonia e magnesio. Il lavoro ha coinvolto bambini dell’età media di 10 anni che soffrivano di mal di testa. “Sono stati ottenuti ottimi risultati dopo soli tre mesi di trattamento con la doppia assunzione quotidiana del nutraceutico – spiega Giorgio Dalla Volta, presidente della sezione regionale della Lombardia Sisc (la Società italiana studio cefalea) e direttore del Centro cefalee dell’Istituto clinico città di Brescia-Gruppo San Donato – Assumendo questo preparato c’è stato un calo dei giorni di cefalea e una diminuzione dell’intensità del dolore. Ben il 75% dei giovani pazienti, inoltre, ha segnalato un miglioramento della disabilità legata al mal di testa”.