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Negli ultimi 50 anni il tempo di cura dei figli è raddoppiato per le mamme e quadruplicato per i padri. Secondo lo psicoterapeuta Daniele Novara, il dato non è positivo, perché i genitori di oggi soffocano i figli con un eccesso di accudimento che impedisce loro di divenire autonomi e indipendenti.
Emergenza educativa
Una volta, spiega Novara, nessun genitore avrebbe mai pensato di passare tanto tempo con i figli, di condividere tutto con loro. I bambini stavano con i coetanei, gli adulti con gli adulti. Oggi siamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa, afferma il direttore del convegno nazionale del centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP): i genitori non educano ma accudiscono, sostituendosi ai figli, fanno le cose al posto loro pur di prevenire frustrazioni e difficoltà. Così, però, impediscono loro di crescere. Non a caso oggi sono sempre più diffuse tra i bambini difficoltà sistematiche nelle autonomie di base come vestirsi da soli, preparare la cartella, addormentarsi da soli nella propria stanza, senza passare dal lettone.
Sbagliati troppi interventi
Il problema, spiega ancora l’esperto, è che tra gli anni ’70 e ’80 c’è stata una mutazione antropologica che ci ha traghettati da una società comunità a una narcisistica, nella quale i valori dell’individuo prevalgono su quelli della collettività. E i bambini, via via, sono diventati beni sempre più preziosi, unici, amati e accuditi, travolti dall’enorme investimento narcisistico dei loro genitori. La cura giusta, invece, è educare i figli, eliminando l’ eccesso di accudimento e organizzando spazi e tempi per la loro autonomia, conclude Novara. Lo diceva già la Montessori: se noi facciamo le cose al posto del bambino, lo danneggiamo.
L’atteggiamento consigliato
Per non cadere nella trappola dell’ eccesso di accudimento, sottolineano gli esperti, l’atteggiamento giusto è: spiegare, osservare, consigliare. In una parola: accompagnare. Senza giudicare o rimproverare, i genitori devono assistere i figli nella crescita mostrando loro la strada da perseguire, tenendosi in disparte, ma sempre pronti a intervenire in caso di difficoltà.