Argomenti trattati
Il disturbo ossessivo compulsivo o Doc, come viene chiamato, è un problema che può riguardare anche gli adolescenti e i bambini. Si verifica quando il piccolo è soggetto a pensieri intrusivi e disturbanti, le ossessioni, che cerca di controllare con le compulsioni. Se i genitori notano i sintomi caratteristici, è opportuno che gli esperti eseguano una diagnosi ben precisa e mettano in atto alcune strategie per ottenere la guarigione.
Che cos’è il disturbo ossessivo compulsivo
“Il disturbo ossessivo compulsivo è una malattia neuropsichiatrica che si verifica quando una persona, anche in giovanissima età, manifesta i pensieri ossessivi associati alle compulsioni”, spiega la dottoressa Laura Siri, responsabile Uo di Psichiatria dell’Adolescenza – Irccs Istituto Giannina Gaslini di Genova. “I pensieri ossessivi, o ossessioni, sono appunto idee o pensieri fissi che compaiono nella mente del bambino, indipendentemente dalla sua volontà. Possono riguardare l’ordine e la simmetria, oppure essere di tipo sociale e relazionale. Molto frequente nell’infanzia è il pensiero ossessivo della morte, che riguarda i genitori o comunque le persone care. Le compulsioni sono comportamenti ripetuti che il bambino vive come rassicuranti, perché gli permettono di controllare l’ansia scatenata dalle ossessioni stesse”. Il Doc compare soprattutto nei bambini meticolosi, pignoli, che hanno un forte bisogno di controllare la realtà.
Sintomi di questi disturbi
Il sintomo principale del disturbo ossessivo compulsivo nei bambini è la continua paura per esempio che i genitori o i nonni muoiano, oppure di contrarre una malattia o di subire qualcosa di male. Per neutralizzare l’ansia che avvertono in seguito a questi pensieri intrusivi, mettono in atto una serie di comportamenti o di gesti. Per esempio possono:
- mettere in ordine continuamente e senza motivo determinati oggetti
- assicurarsi più volte che la porta di casa sia chiusa e la luce spenta
- correggere più volte i compiti
- masticare un boccone sempre lo stesso numero di volte
- non toccare determinati oggetti in casa o, al contrario, toccarli ripetutamente e in una determinata sequenza
- alzarsi e sedersi dalla sedia
- contare i propri passi
- avanzare richieste di rassicurazioni anche decine di volte al giorno.
Le ossessioni più diffuse
Il disturbo ossessivo compulsivo, nei bambini ma anche negli adulti, si può presentare in diverse espressioni. Ecco quali sono le più diffuse.
- Le idee di controllo. Sono dubbi che, nei bambini, riguardano soprattutto aspetti della vita quotidiana, come il timore che qualcosa sia fuori posto. La compulsione consiste nel controllare più e più volte di aver chiuso la luce in una stanza, la porta della propria cameretta e così via.
- Le ossessioni di simmetria. I bambini che ne soffrono hanno l’esigenza di disporre determinati oggetti secondo criteri di simmetria o bilanciamento del tutto individuali. Questa necessità si accompagna talvolta a una sensazione che gli esperti chiamano “pensiero magico”, sempre presente nel Doc. Questo consiste nella certezza che, se le cose non andranno come si vorrà, potranno verificarsi sciagure o altri eventi negativi.
- La rupofobia. Il bambino teme sporco, germi, sostanze tossiche, sangue e altro ancora. Può cercare di evitare bagni pubblici, mezzi di trasporto, animali, insetti. La compulsione consiste nel lavare ossessivamente le mani oppure nell’evitare il contatto con le possibili fonti di contaminazione.
- Le ossessioni numeriche. Consistono nel tenere a mente numeri di targa, fare calcoli matematici, contare oggetti, persone o animali che si incontrano per strada, attribuendo anche un significato positivo o negativo ai numeri, con valore scaramantico. La compulsione consiste nella condotta di evitamento: il piccolo mette in atto strategie di comportamento per evitare di incorrere nelle situazioni che teme o, al contrario, per potersi trovare nella condizione che percepisce come favorevole a sé. Anche in questi casi si manifesta il pensiero magico, che consiste in rituali, formule, preghiere, rinunce capaci di allontanare l’azione sbagliata.
Le cause del disturbo ossessivo compulsivo
Alla comparsa del Doc concorrono diversi fattori, di tipo biologico e psicologico. Sono coinvolte le alterazioni di neurotrasmettitori, come la serotonina, la dopamina, il glutammato e altri. Questi sono una sorta di messaggeri chimici del cervello che regolano diverse funzioni e comportamenti come appetito, sonno, tono dell’umore.
Gli esperti ipotizzano anche un eccessivo funzionamento di alcune aree cerebrali, che fa in modo che i pensieri ossessivi restino fissi nella mente e non riescano a essere allontanati.
Dal punto di vista psicologico, alcune esperienze di vita negative, così come un’educazione troppo severa o repressiva possono contribuire alla comparsa del disturbo.
Si guarisce dal disturbo ossessivo compulsivo?
Un bambino può guarire dal disturbo ossessivo compulsivo, purché i genitori acquisiscano consapevolezza del problema, evitando di sottostimare i comportamenti tipici, di confonderli con tic nervosi o con piccole manie che in effetti tutti i bambini possono avere. Può però succedere anche il contrario, ossia che i genitori siano convinti che un bambino di tre anni abbia problemi di disturbo ossessivo compulsivo.
Si deve quindi prestare attenzione, senza ansia ma senza sottovalutare: “Solitamente è proprio in famiglia che il bambino con Doc esprime maggiormente le compulsioni. Tende invece a trattenersi a scuola, nelle attività pomeridiane o quando è con gli amici” aggiunge la dottoressa Siri. “Per esempio può accadere che al mattino si lavi a lungo o più volte le mani, oppure compia gesti rituali e scaramantici che fanno perdere tempo e causano ritardi a scuola. I genitori non dovrebbero sottovalutare questo comportamento o rimproverare il bambino, ma parlarne prima di tutto con il pediatra”.
La diagnosi di Doc nei bambini
Se il pediatra lo ritiene opportuno, può indirizzare la famiglia a un centro di neuropsichiatria infantile in cui effettuare una diagnosi corretta per individuare la presenza effettiva di Doc oppure per escluderla. “La diagnosi è clinica, ossia si basa sui sintomi che consistono appunto nei comportamenti ripetuti e compulsivi come reazione al pensiero ossessivo” puntualizza la neuropsichiatra. “Attraverso colloqui approfonditi, in studio e a casa, anche in presenza dei genitori, gli esperti analizzano atteggiamenti e comportamenti del bambino. Inoltre esistono questionari specifici, per raccogliere informazioni dettagliate sulle caratteristiche e la serietà del disturbo”.
Un test molto diffuso anche in Italia è la Cy-Bocs (ossia Children Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale). Consiste in un insieme di 50 domande mirate per la fascia di età tra i 6 e i 17 anni. Di recente esiste anche la Oci-Cv (che significa Obsessive Compulsive Inventory-Child Version), un questionario di 21 domande in grado di analizzare e valutare ossessioni, rituali, ordine nei bambini con Doc dagli 8 e ai 17 anni.
È importante, durante questo percorso, escludere altri problemi frequenti nei bambini che possono avere sintomi simili a disturbo ossessivo compulsivo, come per esempio la depressione, l’autismo, la sindrome da iperattività e deficit di attenzione – Adhd.
“Attraverso analisi del sangue è possibile individuare o escludere il Pandas, una sindrome che rappresenta una forma particolare del Doc associata a tic conseguente a infezione da Streptococco” aggiunge la dottoressa Siri. “Questa eventualità va presa in considerazione se il disturbo si presenta in età precoce, inferiore ai 6 anni, con ossessioni e tic e se ha un andamento recidivante collegato alle infezioni da streptococco”.
Come si cura il disturbo ossessivo compulsivo nei bambini
Ecco in che modo è possibile risolvere o per lo meno controllare efficacemente il Doc nei bambini. È bene precisare che i trattamenti nei bambini vanno sempre accompagnati dal parent training, ossia da incontri tra i genitori e lo specialista che segue il bambino. Durante queste sessioni, gli adulti ricevono importanti indicazioni di comportamento da mettere in atto a casa e sono informati sui progressi compiuti dal piccolo.
La terapia cognitivo-comportamentale
Nei bambini e negli adolescenti, la psicoterapia cognitivo-comportamentale si rivela molto efficace proprio per le modalità con cui si presenta questa malattia. Infatti, il soggetto con Doc concepisce in modo sbagliato alcune situazioni di vita normali (e questo è l’aspetto cognitivo) e mette in atto comportamenti finalizzati alla risoluzione del disagio (e si parla di aspetto comportamentale). La terapia cognitivo-comportamentale è un percorso in grado di intervenire in modo efficace e pratico, perché può aiutare a modificare i pensieri distorti e le emozioni negative che fanno mettere in atto le reazioni e i comportamenti sbagliati. In questo modo si ottiene prima la riduzione, quindi l’eliminazione del sintomo, raggiungendo miglioramenti duraturi nel tempo.
La cura con i farmaci
Il Doc, nei casi più seri e solo se realmente necessario, può essere curato con i farmaci antidepressivi. Tra i più utilizzati ci sono gli SSRI, ossia inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina come la sertralina o la fluvoxamina. Ne aumentano le concentrazioni nel cervello e sono efficaci non solo nel Doc, ma anche della depressione e nei disturbi d’ansia che spesso sono associati. Nelle forme atipiche e severe può essere necessario ricorrere ai neurolettici.
È bene ricordare che tutti gli i psicofarmaci, possono essere usati solo dietro prescrizione e controllo medico e vanno assunti con regolarità e nei giusti dosaggi. Possono avere infatti effetti collaterali ed è importate che la durata del trattamento venga attentamente stabilita dallo specialista neuropsichiatra infantile.
Foto di pixabay.it