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La tecnologia fa parte della nostra vita, ma è importante che non entri troppo presto nella vita dei nostri figli. I dispositivi digitali per i bambini, invece, sono fin troppo diffusi già in età precoce e questo può causare problemi fisici e anche malesseri mentali.
Pc e smarthone già alla scuola primaria
Lo sostiene l’indagine ‘Bambini e lockdown, la parola ai genitori’, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche con l’Università Bicocca di Milano e lo spin off dell’Università ‘Bambini Bicocca’. Secondo i ricercatori, i dispositivi digitali per i bambini possono costituire una potenziale fonte di pericolo, se vengono concessi presto e non si vigila sul tempo che i piccoli trascorrono con questi apparecchi.
Gli esperti hanno condotto due ricerche, una nella primavera del 2020 e una seconda a maggio del 2021, proponendo a oltre 3.000 famiglie due questionari online differenziati a seconda delle età, ossia 1-5 anni e 6-10 anni. Si è scoperto che, nonostante un piccolo miglioramento, l’alimentazione e il sonno continuano a essere danneggiati dal tempo trascorso alle prese con questi apparecchi.
I disturbi più frequenti nei bambini
I dispositivi digitali per i bambini tra 1 e 5 anni sono responsabili prima di tutto di irritabilità e, anche se i genitori hanno registrato in questi mesi un calo di capricci e nervosismo (63% contro l’81% del 2020), un quarto degli intervistati nota nei figli un sentimento di tristezza persistente. Alimentazione e sonno sono ancora disturbati: le famiglie hanno rilevato un calo dell’appetito in oltre il 37% dei casi, spesso accompagnato da un aumento del consumo di snack (44%). Inoltre le famiglie hanno registrato difficoltà nell’addormentarsi (38,6%) con aumento della frequenza dei risvegli notturni (oltre il 56%). Ai bambini in età prescolare è pesato molto non giocare con altri bambini (60%) e non poter uscire liberamente (30%). I bambini di età compresa tra i 6 e 10 anni hanno avuto a che fare soprattutto con disturbi di malessere fisico in circa il 40% dei casi, come cefalea, mal di pancia, stanchezza, disturbi agli occhi.
La colpa è anche del Covid-19
Il digitale è sempre più presente nella vita dei bambini: il 58,4% dei bambini tra i 6 e i 10 anni possiede un dispositivo personale. Nel primo lockdown, la percentuale era del 23,5%, quindi la quota è più che raddoppiata. Si è anche abbassata l’età in cui si possiede uno smartphone: nel 2020 era il 9,2% dei bambini dagli 1 ai 5 anni, ora il 14,5%. Gli esperti della Bicocca precisano che, a causa della pandemia e del conseguente lockdown, il telefonino è divenuto un elemento sempre più presente nella vita dei bambini, anche a età molto precoci come un anno o due. È importante che i genitori, gli insegnanti e i bambini stessi siano educati ad un uso consapevole, critico e creativo dello smartphone, evitando che si trasformi in una baby sitter o nell’unico passatempo che conoscono.
Fonti / Bibliografia
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