Dislessia: lettura più facile con la stimolazione cerebrale

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 17/05/2016 Aggiornato il 17/05/2016

Nei bambini che soffrono di dislessia, la stimolazione cerebrale migliora le capacità di lettura. Ecco perché

Dislessia: lettura più facile con la stimolazione cerebrale

Oggi la dislessia è trattata in modo più approfondito e consapevole rispetto al passato, benché si debbano compiere ancora molti passi per far raggiungere ai bambini che soffrono di dislessia un certo “benessere” scolastico. Tra i diversi progressi della medicina, spicca ora l’uso della stimolazione cerebrale usata per migliorare la capacità di lettura.

Lo studio dell’ospedale Bambino Gesù

La tecnica della stimolazione cerebrale applicata a chi soffre di dislessia, è stata approfondita dai ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, in collaborazione con il Laboratorio di stimolazione cerebrale della Fondazione Santa Lucia. La dislessia è una malattia molto complessa e costituita, nonché provocata, da differenti fattori. Certo è che, attraverso la stimolazione di quelle aeree cerebrali dette ipoattive, è possibile ottenere notevoli miglioramenti relativi ad alcune capacità. In primis, alla lettura.

In che cosa consiste la tecnica

Si tratta di una stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS): un passaggio di corrente a basso voltaggio, giù utilizzato con successo in pazienti affetti da alcune forme di epilessia o depressione. Il trattamento è completamente indolore ed è praticato grazie all’uso di un apparecchio portatile alimentato a batterie. La tecnica è stata applicata dai ricercatori a un gruppo di bambini e adolescenti (tra i 10 e i 17 anni), con dislessia e difficoltà nella lettura. I miglioramenti sono stati addirittura superiori alle aspettative.

Risultati molto positivi

Durante la stimolazione cerebrale, i bambini e i ragazzi hanno partecipato a incontri volti a testare la capacità di lettura, molto simili ai test e agli esercizi praticati con il logopedista. Né i ricercatori né i ragazzi erano al corrente di chi fosse stato sottoposto a stimolazione cerebrale non invasiva. I risultati sono stati, appunto, sorprendenti: la maggior parte dei bambini e degli adolescenti sottoposta a trattamento ha migliorato del 60% la capacità di lettura.

Integrare la terapia tradizionale

Questo tipo di scoperta è davvero una rivelazione per i ricercatori poiché può costituire una via economica, efficace e sicura per affiancare la logopedia tradizionale, migliorandone notevolmente i risultati e accorciandone i tempi.

 

 

 
 
 

In breve

NON CI SONO CONTROINDICAZIONI

La tecnica della stimolazione cerebrale non invasiva è una pratica sicura, poiché non sono stati riscontrati effetti indesiderati (per esempio, mal di testa o rossori). Pare, dunque, essere la via giusta per correggere quelle aree del cervello meno attive rispetto alle altre e che determinano il complesso di disturbi chiamato dislessia.

 

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