Disforia di genere nei bambini, come comportarsi

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 28/06/2023 Aggiornato il 28/06/2023

Sviluppata già durante l'infanzia, con segnali alquanto evidenti, la disforia di genere va affrontata in modo corretto. Vediamo le accortezze da adottare e tutto quello che c'è da sapere

Come individuare la disforia di genere nei bambini e come comportarsi al meglio. La parola agli esperti

La disforia di genere si presenta fin dai primi anni di vita. Gli indicatori tipici compaiono già attorno ai 2-3 anni, ma il decorso non è sempre uguale o continuo. Può, infatti, assopirsi durante l’infanzia e ricomparire in adolescenza o, ancora, scomparire nell’età adulta. Prestare attenzione ai comportamenti dei piccoli è importante, così come rivolgersi a un team eterogeneo di specialisti, che riesca a indirizzare verso le attenzioni più consone in base alla situazione.

Identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale: una distinzione necessaria

Prima di approfondire il tema, occorre chiarire una distinzione fondamentale: quella tra identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale. Se, infatti, questi tre aspetti sono strettamente correlati, presentano una loro personale specifica e si intrecciano in modo assai complesso.

  • Con identità di genere si fa riferimento a ciò che una persona percepisce di essere. È unica per ogni individuo e solo lui la può definire, decidendo fin dai 3-4 anni di essere maschio, femmina, entrambe o nessuno.
  • Con ruolo di genere si indica, invece, tutto ciò che un soggetto fa per palesare agli altri individui la propria identità di genere.
  • Infine, si definisce orientamento sessuale l’attrazione fisica e affettiva che, soprattutto a partire dalla pubertà, si prova verso le altre persone, distinguendo tra eterosessualità, omosessualità o bisessualità.
     

Come si manifesta la disforia di genere nei bambini

Gli studi sul tema evidenziano come già dai 2-3 anni i bambini dispongono di una primordiale idea di che cosa si intenda con genere. La piena coscienza del proprio sesso si ha intorno ai 6 anni, età da cui i piccoli hanno chiara l’idea che il sesso biologico e il genere non si modificano, ma sono stabili nel tempo.

Nel corso dell’infanzia la disforia di genere presenta caratteristiche e comportamenti alquanto chiari e specifici, a cominciare da una esplicita affermazione da parte del piccolo di essere del sesso opposto. Al tempo stesso, i bambini e le bambine tendono a prediligere giochi e attività con scambi di ruolo e giocattoli  e vestiti destinati al sesso opposto, rifiutando quelli che comunemente sono associati alla sua esperienza ludica.

I piccoli con disforia di genere palesano, poi, in modo evidente il desiderio di essere dell’altro sesso. A ciò si aggiunge un rifiuto o addirittura lo sviluppo di emozioni negative verso i propri genitali, con anche richiesta a fare i propri bisogni come i bambini del sesso opposto.

Varianza di genere e disforia di genere

Attenzione, però, a dare il giusto peso ai diversi comportamenti, dietro cui può esserci una varianza di genere, che si concretizza quando l’identità di genere o il ruolo di genere non rispondono alle comuni norme culturali. Giocare o indossare abiti dell’altro sesso non significa che ci sia necessariamente disforia. Nella maggior parte dei casi, infatti, questi bambini non provano disagio o sofferenza nel venire identificati con il loro sesso alla nascita.

Il discorso cambia quando la disparità tra sesso biologico e comportamenti e identificazione sono accompagnate da stati di malessere, ansia, stress e, più in generale, sofferenza. In questo caso, ci sono alte probabilità che il piccolo conviva con disforia di genere.

Come diagnosticare la disforia di genere

Proprio questo stato di sofferenza,  cui si aggiungono spesso problemi di relazioni sociali, in famiglia come a scuola o con gli amici, con anche isolamento e stato di ansia evidente, sono alla base della diagnosi della disforia di genere. Un ruolo decisivo lo gioca il fattore tempo. Infatti, gli studi hanno dimostrato come per una diagnosi corretta occorre che la condizione si protragga nel tempo, durando almeno sei mesi.

Comprendere questi disagi e affrontarli nel modo più corretto è parte integrante del percorso diagnostico, che deve mettere in conto anche la possibilità di valutare e tenere sotto controllo l’insorgere di eventuali patologie psichiatriche quali i disturbi dell’umore o i disturbi d’ansia, che possono anche portare a gravissime conseguenze. Ovviamente, nei bambini più piccoli, riconoscere la disforia di genere risulta più complesso, con la discontinuità di manifestazione a complicare ulteriormente le valutazioni del caso.

Detto questo, come rivelato da numerosi studi, la disforia infantile non persiste necessariamente durante l’adolescenza e l’età adulta, ma i risultati hanno evidenziato come solo una minoranza dei piccoli la confermi crescendo. È anche vero che, se prosegue dopo la pubertà, solo raramente viene superata. Per questo motivo, l’età compresa tra i 10 e i 13 anni rappresenta un periodo fondamentale.

Disforia di genere, come comportarsi

Per garantire una crescita equilibrata e un buon inserimento nella società delle persone con disforia di genere, il supporto della famiglia è importante tanto quanto quello dei medici. Prestare attenzione al modo in cui i piccoli giocano e vivono queste esperienze è fondamentale. Focalizzarsi sulla qualità e gli effetti del gioco, cancellando dalla propria visione le impostazioni della società, aiuta a capire che cosa fa stare bene il bambino.

In generale, non esistono norme o regole precise su come comportarsi in caso di disforia di genere. Ogni individuo è unico e in tale modo va considerato. Quello che è certo è che adottare pratiche di repressione degli istinti non può che far soffrire il piccolo, rivelandosi non solo dannosa, ma anche controproducente oltre che eticamente non accettabile.

Disforia di genere, due approcci e una certezza

Dunque, che cosa fare? Il tema è talmente complesso e articolato, che nemmeno gli esperti sembrano possedere una risposta certa. Esistono, infatti, due differenti correnti di pensiero:

  • la prima prevede una osservazione attenta dei comportamenti del bambino, senza contrastarli ma nemmeno incoraggiarli esplicitamente
  • il secondo approccio è, invece, quello di approvare in modo chiaro e diretto ogni richiesta del bambino, permettendogli di esprime la propria identità di genere.
     

In ogni caso, è fondamentale tenere sempre aperto un canale di dialogo esplicito, chiaro e propositivo con i bambini su questi temi. Parlare apertamente e senza filtri della questione, permette al piccolo di sentirsi protetto e accettato e, al contempo, gli fa offre un supporto costante e un punto di riferimento in cui essere completamente se stesso e non farsi sopraffare da stati d’animo ed eventuali problematiche.

Disforia di genere, il supporto dei medici

Ogni approccio deve, comunque, passare da una valutazione medica, a partire da quella del pediatra che, come spiegato dalla Società italiana di pediatria, deve ascoltare le necessità del bambino, adattarsi al suo linguaggio e incoraggiare l’espressione di se stesso, informando durante il percorso di crescita circa le possibilità mediche che possono supportare l’affermazione della propria identità di genere. Il pediatra deve, inoltre, lavorare a stretto contatto con famiglia e istituzioni scolastiche per creare ambienti sicuri e di sostento.

Al tempo stesso, è importante che il medico indirizzi i piccoli e le loro famiglie verso un centro specialistico, che possa garantire il supporto di un team multidisciplinare composto da psicologi, neuropsichiatri, endocrinologi, per affrontare con coscienza la disforia di genere e farsi carico delle relative problematiche familiari e personali. Una équipe che si attiva per creare una rete di sicurezza per l’esplorazione dell’identità di genere del bambino prima e del ragazzo e adulto poi, arrivando a informare su ogni step del percorso, fino a trattare tematiche per un eventuale transizione di genere, con terapie ormonali e possibilità chirurgiche.

 

 
 
 

In sintesi

La disforia di genere nei bambini va affrontata con consapevolezza e cognizione. Può interessare bambini e bambine, che non devono essere repressi nei loro comportamenti e accompagnati anche con il supporto di specialisti.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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