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Il Comitato nazionale per la bioetica ha espresso un parere positivo rispetto all’eticità dell’utilizzo della triptorelina per il trattamento della disforia di genere durante l’adolescenza. Con una serie di raccomandazioni.
Come agisce
La triptorelina, in grado di bloccare l’attività dell’ipofisi, è un farmaco usato in genere con l’indicazione clinica di sospensione dello sviluppo puberale in casi di pubertà precoce per evitare danni permanenti. L’estensione del farmaco per gli adolescenti con disforia di genere riguarda un preciso stadio di sviluppo (lo Stadio II di Tanner), per bloccare una “pubertà fisiologica”, che risulta fonte di grande sofferenza.
Disturbo dell’identità sessuale
La disforia di genere si può manifestare anche molto precocemente nell’infanzia (3-4 anni) e nella Ppre-adolescenza (10-13 anni ) e riguarda soggetti che “non si riconoscono” psicologicamente nel proprio sesso di nascita e che esprimono un forte desiderio di modificare il corpo. Questo stato nell’adolescenza si può esprimere nel desiderio di bloccare lo sviluppo delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie. La disforia di genere può accompagnarsi a patologie psicologiche spesso causa di stigma e discriminazione sociale: disturbi dell’emotività, ansia elevata, anoressia, autolesionismo.
I possibili benefici e i rischi
L’uso del farmaco può dare la possibilità ai medici di “ampliare la finestra diagnostica” per un’indagine più accurata e consentire al giovane una maturazione della sua consapevolezza, senza il disagio legato allo sviluppo puberale, prevenendo cambiamenti fisici irreversibili che possono essere fonte di estrema sofferenza. Inoltre dà l’opportunità, nel caso in cui l’adolescente dovesse in seguito procedere a un intervento, di evitare cambiamenti fisici, consentendo un futuro minore uso di ormoni. Tra i possibili rischi: non è provato se l’interruzione della pubertà possa avere conseguenze negative sulla crescita, sulla struttura scheletrica, sull’apparato cardio-vascolare, neurologico-cerebrale e metabolico e sulla fertilità.
Quando viene raccomandato
Le principali raccomandazioni sono che la diagnosi e la proposta di trattamento provengano da un’équipe multidisciplinare e specialistica; che il trattamento sia limitato ai casi ove gli altri interventi psicoterapeutici siano risultati inefficaci; che il trattamento preveda un consenso volontario e consapevole; che si preveda un’adeguata formazione del pediatra, della rete socio-sanitaria di base e delle istituzioni scolastiche coinvolte.