Dipendenza da videogiochi: sotto accusa le partite lunghe

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 28/03/2018 Aggiornato il 11/07/2023

Le partite troppo lunghe non causano violenza e aggressività, ma dipendenza da videogiochi. Più a rischio i bambini fino a 6 anni. Ecco perché

Dipendenza da videogiochi: sotto accusa le partite lunghe

È quanto sostengono alcuni ricercatori dell’Università di York (Gran Bretagna) al termine del loro studio: i videogame non provocano atteggiamenti aggressivi e violenti, ma stare a giocare ore e ore può creare dipendenza da videogiochi.

L’effetto priming

All’esperimento, che è stato diviso in due fasi, hanno partecipato circa 3.000 giocatori: la prima fase si occupava dell’effetto priming, ovvero l’esposizione agli stimoli durante il gioco e la reazione in caso di situazioni simili nella vita reale. La seconda, invece, affrontava il realismo nel gioco per capire se ci fosse una connessione con un probabile comportamento violento del giocatore nella vita quotidiana. Alla fine del test gli studiosi hanno concluso che non ci sarebbero legami tra il realismo del gioco e gli effetti che i videogiochi possano avere sui giocatori.

Determinante il fattore tempo

Quello che invece può creare dipendenza da videogiochi è la lunghezza delle partite, soprattutto se riguardano giochi online che rischiano di creare una vita parallela. Chi conduce una scarsa o del tutto assente vita sociale, poi, sarebbe più esposto alla dipendenza da videogiochi che ha tra i suoi effetti l’abbandono degli studi, del lavoro e un distacco dal mondo reale per vivere  soltanto in quello virtuale.

Chi rischia di più

Secondo Giuseppe Riva, docente di Psicologia all’Università Cattolica di Milano, i bambini sotto i 6 anni sono i soggetti più a rischio dipendenza dai videogiochi. Spesso i genitori lasciano giocare i propri figli allo smartphone per intrattenerli, ma superare ii 30 o 40 minuti di videogiochi al giorno porta il bambino a cercare stimoli sempre nuovi: non sarebbe cioè più in grado di stare fermo senza immagini in movimento, suoni e colori. Anche per questo sono in allarmante aumento gli adolescenti non riescono a concentrarsi e a studiare.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

La dipendenza tecnologica  è stata classificata come una malattia dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Battito lento nell’embrione: proseguirà la gravidanza?

30/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Il cuoricino dell'embrione può battere lentamente senza che questo sia per forza un brutto segno. Comunque sia, per sapere se la gravidanza evolverà si deve attendere il trascorrere dei giorni.   »

Sanguinamento per tutto il primo trimestre di gravidanza

30/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In caso di perdite ematiche che si protraggono per settimane, a giudizio del ginecologo curante può essere opportuno anche effettuare un tampone vaginale per escludere la presenza di microbi. Inoltre, può servire un'integrazione di magnesio, mentre non occorre stare a riposo assoluto.   »

Contraccezione: si deve usare a 50 anni?

23/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Eleonora Porcu

Dare inizio a una gravidanza in prossimità della menopausa è altamente improbabile, tuttavia in medicina non si può dire "mai" in maniera assoluta, quindi l'uso del profilattico anche a 50 anni (con mestruazioni ancora regolari) è consigliabile.   »

Prosciutto cotto in gravidanza: espone al rischio di toxoplasmosi?

23/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il prosciutto cotto è un salume consentito in gravidanza perché, appunto, come dice il suo nome, è cotto. Meglio comunque quando si ha il dubbio che un alimento sia pericoloso trovare la risposta prima di assumerlo perché dopo può essere tardi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti