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In Italia i bambini e i ragazzi al di sotto dei 14 anni che soffrono di diabete 1 sono circa 20 mila: di questi, però, solo 1.300 utilizzano dispositivi per la microinfusione continua di insulina. La terapia multi-iniettiva attraverso le cosiddette “penne” rimane per molti ancora l’unica tecnologia utilizzata per le iniezioni di insulina. I dati arrivano dall’incontro “Meet the Scientist. La rivoluzione tecnologica nel diabete”.
Paura delle crisi ipoglicemiche
Come spiega Fortunato Lombardo, coordinatore del gruppo di studio sul diabete della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), “i genitori di bambini e ragazzi con diabete 1 sono terrorizzati dalle crisi ipoglicemiche, che possono verificarsi fino a due volte alla settimana, con episodi protratti e gravi che possono portare anche a convulsioni e coma. E con conseguenti ricoveri in ospedale che, in media, costano fino a 2.900 euro per paziente”.
Dosaggio omogeneo
Il terrore che il proprio figlio possa rischiare una crisi ipoglicemica è tale che il 74% dei genitori non modifica il dosaggio di insulina quando sarebbe necessario, andando però incontro al problema inverso e dando quindi seguito a episodi di iperglicemia. I dispositivi “intelligenti” a microinfusione continua per il rilascio omogeneo di insulina, spiega Lombardo, assicurano il corretto dosaggio dell’ormone nelle ventiquattro ore, evitando il pericolo che i giovani pazienti incorrano in crisi ipoglicemiche o iperglicemiche: “Con i dispositivi che consentono un dosaggio omogeneo di insulina nel corso della giornata si può evitare questo rischio”.