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Nelle scorse settimane, quando la pandemia di Covid-19 era nel pieno, i casi di bambini che hanno contratto il virus sono stati pochi. Quando è successo, i sintomi sono stati in genere lievi. Tuttavia non è possibile escludere che i bambini possano trasmettere il Covid-19. Gli esperti invitano quindi alla cautela, soprattutto in vista dell’estate, quando i contatti saranno più a rischio, nonostante l’obbligo delle misure di distanziamento sociale. Particolare attenzione va posta per esempio verso i nonni, che a causa dell’età sono più a rischio di complicanze.
Perché i piccoli si ammalano meno
Bimbi e adolescenti si ammalano più raramente di Covid-19 perché esprimono poco Ace2, un recettore presente nell’epitelio nasale, utilizzato dal Sars-CoV-2 per infettare le cellule. Lo sostiene un ricerca uscita sulla rivista Jama Pediatics . I bambini hanno pochi recettori per il virus nelle prime vie respiratorie e questo ha indotto, in un primo momento, a credere che fossero poco contagiosi, visto che si ammalano anche molto meno rispetto ad adulti e anziani. I recettori Ace2 non si trovano solo nel naso, ma anche negli pneumociti, le cellule che costituiscono il tessuto degli alveoli polmonari. Inoltre questi recettori sono presenti anche nel plasma, la parte liquida del sangue.
I dati pubblicati si riferiscono a oltre 72.000 casi di Covid-19 registrati in Cina. L’1,2 per cento di questi era costituito da ragazzi dai 10 ai 19 anni e lo 0,9 per cento da bambini sotto i 10 anni. Tra gli adolescenti si è verificato un solo decesso e nessuno tra i più piccoli. Molti bambini non presentavano alcun sintomo.
Più a rischio chi è già malato
I pediatri italiani, però, in attesa di ulteriori certezza, preferiscono attenersi al principio di precauzione, suggerendo anche per la stagione estiva misure di sicurezza come distanziamento sociale e lavaggio accurato delle mani. Gli esperti della Società italiana di pediatria raccomandano prudenza, perché il fatto di avere pochi recettori per il Sars-Cov-2 non esclude che i più giovani possano essere contagiosi. Il fatto che alcuni, nonostante la percentuale sia ridotta, abbiano contratto il virus significa che anche i bambini possono trasmettere il Covid-19. Il rischio, più che dai coetanei sani, è corso da bambini affetti da altri disturbi, per esempio asma, malattie di cuore o dei polmoni, che hanno problemi autoimmuni o genetici.
Un pericolo per i nonni
Oltre che ai coetanei con malattie, i bambini possono trasmettere il Covid-19 ai nonni, che a causa dell’età e della presenza di altre malattie (come diabete, problemi di cuore e di respirazione, pressione alta) possono essere soggetti a serie complicanze. Nei mesi estivi, i piccoli possono avere più contatti con i nonni, ai quali spesso vengono affidati dai genitori impegnati sul lavoro. Anche la Società di Pediatria preventiva e sociale – Sipps invita dunque alla cautela perché il Covid-19 è ancora in parte da studiare alla luce dei dati epidemiologici italiani, quando i bambini riprenderanno a frequentare la scuola. Fino ad allora, pur rispettano il naturale bisogno di libertà dei più piccoli, è importante essere prudenti.
Fonti / Bibliografia
- Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 (SARS-CoV-2) Infection in Children and Adolescents: A Systematic Review | Adolescent Medicine | JAMA Pediatrics | JAMA NetworkThis systematic review assesses recently reported pediatric cases of SARS-CoV-2 from China and Singapore to evaluate clinical features, diagnostic tests,
- Società Italiana di Pediatria - Separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adultoDalla nascita e per l’intera vita: la Società Italiana di Pediatria (SIP) è nata nel lontano 1898 proponendo un’innovazione che avrebbe segnato un grande cambiamento nei decenni successivi: separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adulto. Con i suoi circa 10 mila Soci la SIP rappresenta la casa comune di tutti i pediatri italiani perché vi partecipano pediatri universitari, ospedalieri, di famiglia e di comunità.
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