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Chi pensava che il Covid-19 avrebbe risparmiato i bambini, si sbagliava. Non solo il virus colpisce anche i più piccoli, ma in età infantile causa anche tutta una serie di effetti indiretti molto spiacevoli. Fra questi, uno dei più pericolosi è rappresentato dall’aumento del rischio di obesità.
Una nuova malattia
Da quando è scoppiata la pandemia, infatti, i bimbi sovrappeso sono aumentati, tanto che gli esperti hanno coniato il termine “Covibesity”. Per questo, recentemente la Società Italiana di Pediatria (Sip) ha sottolineato l’importanza di correre ai ripari e di riprendere i corretti e sani stili di vita messi a dura prova in quasi due anni.
Conseguenza della pandemia
Covibesity è un termine comparsi negli ultimi tempi nella letteratura scientifica per indicare l’aumento dei tassi di obesità nei bambini a causa delle misure di restrizione messe in campo per contenere la pandemia di Covid-19.
Stando ai dati del CDC, il Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione americano, il tasso di aumento dell’indice di massa corporea (parametro utilizzato per stabilire se una persona è normopeso o sovrappeso) è raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico. Addirittura nella fascia di età 6-11 anni, è cresciuto di due volte e mezzo. Complessivamente su 432mila bambini considerati, il 22,4% è risultato obeso, contro il 19,3% dell’epoca pre-Covid. Non solo. I bambini che erano già in sovrappeso o obesi lo sono diventati ancora di più, prendendo oltre mezzo kg al mese.
Anche in Italia la situazione è fuori controllo
La situazione non sembra essere migliore in Italia, dove il fenomeno dell’obesità infantile era già preoccupante: già prima della pandemia, infatti, nel nostro Paese i tassi di sovrappeso erano pari al 20,4% e quelli di obesità al 9,4%. Ora, le cose potrebbero peggiorare ulteriormente. Infatti, secondo diversi studi, negli ultimi due anni ben il 40% dei bambini ha modificato in peggio le proprie abitudini alimentari.
Per esempio, il 27% ha introdotto più calorie, mangiando più snack del solito (60,3%), più succhi di frutta (14%) e più bibite (10,4%). Anche lo stile di vita in generale è peggiorato. Basti pensare che i bambini e i ragazzi fra i 6 e i 18 anni, anche a causa della Dad, in questi mesi hanno passato circa cinque ore in più al giorno davanti a uno schermo, diventando meno attivi.
L’appello degli esperti
È per queste tutte queste ragioni che i pediatri della Sip hanno deciso di lanciare un appello e di invitare tutti i genitori a non sottovalutare il problema. “Alla luce di questo scenario diventa ancora più importante promuovere una corretta alimentazione perché l’epidemia dilagante di obesità infantile, aggravata dalla pandemia, è più silenziosa ma altrettanto pericolosa di quella generata dal Covid-19” ha affermato Annamaria Staiano, presidente Sip e professoressa ordinaria di Pediatria all’Università Federico II di Napoli. Gli esperti ricordano che il modello alimentare migliore è rappresentato dalla dieta mediterranea e dunque da un consumo abbondante di alimenti di provenienza vegetale.
Fonti / Bibliografia
- Società Italiana di Pediatria - Separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adultoDalla nascita e per l’intera vita: la Società Italiana di Pediatria (SIP) è nata nel lontano 1898 proponendo un’innovazione che avrebbe segnato un grande cambiamento nei decenni successivi: separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adulto. Con i suoi circa 10 mila Soci la SIP rappresenta la casa comune di tutti i pediatri italiani perché vi partecipano pediatri universitari, ospedalieri, di famiglia e di comunità.
- Centers for Disease Control and PreventionCDC is the nation’s leading science-based, data-driven, service organization that protects the public’s health. For more than 70 years, we’ve put science into action to help children stay healthy so they can grow and learn; to help families, businesses, and communities fight disease and stay strong; and to protect the public’s health.