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Come contenere la pandemia di Covid-19 e i futuri focolai? Una risposta certa ancora non c’è, ma scienziati e ricercatori stanno tutti lavorando alla ricerca di soluzioni. Una strada molto utile potrebbe essere quella di “marcare” in maniera stretta i bambini sotto i 16 anni. A dirlo un gruppo di ricercatori statunitensi, dell’Università di Yale, secondo cui sarà “altamente improbabile” superare l’emergenza se non verrà tenuta sotto controllo l’infezione silenziosa nella fascia d’età 0-16 anni.
Rapporto vaccini e riduzione casi
Il nuovo studio è stato condotto da un team di esperti del Center for Infectious Disease Modeling and Analysis della Yale School of Public Health ed è stato pubblicato sulla rivista Jama. Gli autori hanno utilizzato i dati reali dell’epidemia di Covid-19 degli Stati Uniti e le stime tratte dalla letteratura pubblicata per creare un modello di trasmissione della malattia strutturato per età e capire l’effetto sinergico della vaccinazione nella riduzione dei casi in un anno.
I bambini giocano un ruolo chiave
Stando alla simulazione, “identificare l’infezione pre-sintomatica e asintomatica nei bambini sarà fondamentale”. Infatti, gli studiosi hanno calcolato che con un’efficacia del 95% dei vaccini, un numero di riproduzione effettivo R pari a 1.2 e una copertura vaccinale del 40% degli adulti si potrebbe sperare di tenere i tassi di contagio al di sotto del 5% solo scoprendo dall’11% al 14% delle infezioni silenti tra i bambini entro due-tre giorni dalla loro comparsa.
Se, invece, le infezioni asintomatiche o pre-sintomatiche sotto i 16 anni non venissero rilevate o controllate, per raggiungere gli stessi tassi servirebbe una copertura vaccinale degli adulti almeno dell’81%: un traguardo al momento ancora lontano.
Negli Stati Uniti, infatti, si punta a raggiungere in un anno una copertura fra il 40% e il 60%. In Italia, in realtà, l’obiettivo è vaccinare l’80% della popolazione: ma anche se l’obiettivo venisse raggiunto, l’indice di trasmissione rimarrebbe comunque sopra l’1, quindi da zona arancione.
L’importanza dello screening
“Se le infezioni silenti tra i bambini non venissero rilevate precocemente, per tenere la situazione sotto controllo tutti gli adulti dovrebbero essere vaccinati. Ma i modelli ci dicono che è improbabile che la vaccinazione degli adulti contenga i focolai a breve termine” hanno spiegato gli autori. I risultati mostrano che anche un solo bimbo infetto su 10 non identificato potrebbe innescare un potenziale focolaio.
In attesa di una vaccinazione specifica per i bambini più piccoli (attualmente i vaccini sono autorizzati a partire dai 12 anni di età), gli esperti suggeriscono un aumento dello screening basato sui sintomi con l’identificazione delle infezioni silenti.
Fonti / Bibliografia
- Simulated Identification of Silent COVID-19 Infections Among Children and Estimated Future Infection Rates With Vaccination | Public Health | JAMA Network Open | JAMA NetworkThis simulation modeling study estimates the benefits of identifying silent COVID-19 infections among children as a proxy for their vaccination.
- Center for Infectious Disease Modeling and Analysis | Yale School of Public HealthThe Center for Infectious Disease Modeling and Analysis aims to optimize the effectiveness and cost-effectiveness of vaccination strategies and other health interventions by quantitatively evaluating and informing public health policies through application of interdisciplinary mathematical modeling approaches to address public health challenges, both nationally and globally, for a wide range of infectious diseases, including COVID-10, HIV, TB, influenza, rabies and dengue.
- notizia | Italian Medicines Agency<p>CHMP has recommended granting an extension of indication for the COVID-19 vaccine Comirnaty to include use in children aged 12 to 15.</p> CHMP has recommended granting an extension of indication for the COVID-19 vaccine Comirnaty to include use in children aged 12 to 15.