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Il 10 ottobre ricorre la Giornata mondiale della vista promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB). Il focus di quest’anno riguarda l’importanza della prevenzione oculare tra i bambini e i giovani.
Le anomalie dello sviluppo oculare si possono infatti rilevare tempestivamente già nel corso dello screening visivo neonatale garantito a tutti i neonati. Con la crescita è compito invece dei genitori svolgere un’azione di prevenzione dei disturbi della vista nei bambini, che sono principalmente lo strabismo e l’occhio pigro, programmando una prima visita tra i due e i tre anni, ma anche prima se necessario su consiglio del pediatra, e proseguendo con controlli regolari prima dell’ingresso alla scuola elementare e, successivamente, come indicato dallo specialista.
A cosa serve lo screening neonatale e come viene eseguito
Come afferma il dottor Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia, la prevenzione dei disturbi oculari, focus della Giornata Mondiale della Vista 2024, parte dalla nascita. «E’ già in questo periodo, infatti, che possono essere presenti diverse patologie oculari potenzialmente invalidanti che possono portare a forme di ipovisione e cecità: gli screening visivi neonatali, garantiti a tutti i bambini in Italia, possono intercettarle precocemente così da intervenire in tempi rapidi».
Lo screening visivo viene eseguito nelle prime settimane di vita mediante il test del riflesso rosso che consente di individuare precocemente malattie oculari come la cataratta congenita. Si tratta di una patologia che interessa da 1 a 6 neonati su 10mila e che rappresenta ancora oggi una delle principali cause di cecità nell’infanzia. «Il test del riflesso rosso viene eseguito dal neonatologo nei primi giorni di vita e successivamente dal pediatra ai bilanci di salute: non è assolutamente invasivo per il bambino e dura pochi minuti. In caso di risultato dubbio, si renderà necessaria la valutazione oculistica specialistica per diagnosticare una eventuale patologia» continua Orfeo.
I prematuri possono essere portatori di un’altra importante patologia oculare: la retinopatia della prematurità. «Colpisce i neonati prematuri, soprattutto di età gestazionale inferiore a 31 settimane e/o con un peso inferiore a 1500 grammi» continua Orfeo. «La sua incidenza è progressivamente aumentata negli anni, in conseguenza della maggiore sopravvivenza dei neonati estremamente pretermine. Ma, grazie alla tecnologia in continua evoluzione, la capacità diagnostica si è notevolmente ampliata: anche in questo caso lo screening visivo neonatale è basilare per intercettare la patologia e intraprenderne la corretta gestione terapeutica».
Segnali di disturbi oculari nei neonati
In un ambiente di crescita sereno, i bambini ricevono tutte le stimolazioni sensoriali necessarie affinché il cervello sia correttamente sollecitato, attraverso gli occhi, a percepire le immagini con le loro diverse caratteristiche come il colore, il contrasto di luce, il movimento degli oggetti, la varietà di forme e dimensioni. Ci sono comunque dei campanelli di allarme cui è importante fare attenzione per identificare precocemente alcune delle anomalie di sviluppo oculare.
Infatti, se entro i 3 mesi di età il bambino non sa mantenere una fissazione stabile oppure se compaiono movimenti anomali di oscillazioni involontarie degli occhi (nistagmo) o movimenti rotatori di esplorazione dello spazio senza finalità (movimenti di ricerca) o, ancora, deviazioni di un occhio (strabismo) dopo i 6-9 mesi di vita, sono tutti motivi per una visita oculistica e ortottica. Nei casi in cui, invece, vi sia una familiarità per alcune patologie oculari congenite, quali cataratta e glaucoma congenito, strabismo o ambliopia nei genitori o nei fratelli maggiori, è indicata una visita oculistica entro i primissimi mesi di vita.
Segnali di disturbi oculari nei bambini
«Le patologie più frequenti nei bambini sono lo strabismo e l’occhio pigro» spiega il dottor Scipione Rossi, responsabile dell’U.O. di Oculistica dell’Ospedale San Carlo di Nancy a Roma. «Possono essere legate ad alterazioni refrattive dell’occhio (miopia, astigmatismo e ipermetropia) oppure ad alterazioni dei muscoli oculari stessi. Nello strabismo gli occhi guardano verso due direzioni divergenti nell’asse orizzontale o verticale: in questo caso il disturbo può essere dovuto all’ipermetropia e quindi il bambino assume un atteggiamento che gli permette di aggiustare la visione».
Accorgersene per i genitori è piuttosto semplice. «Si nota infatti chiaramente la deviazione dello sguardo» commenta l’oculista. Più difficile invece rilevare l’occhio pigro. «In questo caso un occhio funziona solo parzialmente» continua Rossi. «Il cervello, ricevendo da quest’occhio un’immagine distorta, la taglia: per questo è necessario eseguire il bendaggio dell’occhio migliore, così da aumentare la vista dell’occhio che funziona peggio. Per i genitori è più problematico accorgersi dell’occhio pigro: il bambino, infatti, non dichiara nessun disturbo e allo sguardo non si nota nulla. Per questo bisogna fare una prima visita oculistica già in tenera età».
Come prevenire
Nel caso in cui lo screening visivo neonatale non rilevi nessuna problematica, resta comunque fondamentale un’azione di prevenzione da parte dei genitori attraverso un calendario di visite oculistiche che può essere concordato con il pediatra. Quando fare la prima? «Fermo restando che alcuni comportamenti “anomali” da parte dei piccoli e la presenza nei genitori di patologie visive importanti suggeriscano una visita precoce e immediata anche pochi mesi dopo la nascita, in linea generale si consiglia un primo controllo attorno ai 3 anni di età, prima dell’ingresso alla scuola dell’infanzia e poi a 5 anni, prima dell’ingresso alla scuola primaria, per valutare il corretto sviluppo oculare e la capacità di visione» suggerisce l’oculista. «Anche in mancanza di segnali sospetti, si consiglia comunque la prima visita intorno ai 2 anni se i genitori hanno patologie oculistiche. Stesso consiglio nel caso di bambini nati prematuri o se durante i nove mesi la mamma è incorsa in patologie gravidiche che potevano essere trasmesse al feto».
Come si svolge la prima visita oculistica
«Normalmente la prima visita consiste in una visita oculistica e in una valutazione ortottica così da valutare sia lo sviluppo e la salute dell’occhio sia la capacità di visione» precisa l’oculista. «Dopo un colloquio con i genitori per capire se il bambino mostra sintomi, fastidi, o se in famiglia ci sono casi di patologie oculistiche, si svolge un esame obiettivo oculare generale. Poi si procede con la valutazione della refrazione, cioè si verifica se sono presenti difetti di vista. Infine, si valuta la motilità oculare del bambino».
Foto di copertina James Frid by Pexels