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La congestione digestiva è un disturbo tipico dell’estate e del caldo, che colpisce l’apparato gastrointestinale ed è dovuto a un brusco sbalzo di temperatura. È uno dei rischi più comuni in estate, tanto negli adulti quanto nei bambini. Prevenirla però è abbastanza semplice, anche nei più piccoli. Ecco come.
Dipende dall’esposizione al freddo
La congestione è un disturbo che tipicamente compare quando, tentati dalle alte temperature, ci si concede una nuotata rinfrescante subito dopo aver mangiato. Dipende da una reazione del nervo vago: questo nervo, collegato al sistema nervoso autonomo, in caso di esposizione al freddo interviene rallentando la frequenza del battito cardiaco e l’afflusso di sangue al cervello e quindi anche l’apporto di ossigeno e glucosio, elementi indispensabili per il corretto funzionamento della “macchina” corporea. Non solo. Occorre sapere che quando si mangia il processo digestivo richiama sangue all’altezza dello stomaco. Se ci si immerge in acqua prima che la digestione sia terminata, la temperatura corporea viene abbassata dall’acqua fredda. Il raffreddamento improvviso del sangue che circola nell’addome blocca la digestione.
Come si manifesta
La congestione si manifesta con alcuni sintomi caratteristici. I più comuni sono: mal di stomaco; dolori addominali; nausea e vomito; flatulenza; bruciori di stomaco; vertigini; annebbiamento della vista; debolezza muscolare; spossatezza; mal di testa; sudorazione; formicolii; crampi, pallore. Se si è in acqua si corre il rischio di annegare.
Le regole di prevenzione
Per evitare che il bambino corra dei rischi è importante osservare alcune regole di prevenzione. Innanzitutto, al mare o in piscina, e in generale quando fa caldo, è bene proporgli pranzi e spuntini leggeri: meglio rinunciare ai cibi grassi e pesanti, che impegnano lo stomaco più a lungo, prolungando la digestione. Via libera, invece, ai carboidrati, che vengono metabolizzati più velocemente, alla frutta e alla verdura. Attenzione, poi, al bagno. “Mediamente, dopo il pranzo, occorre attendere dalle due alle tre ore prima di fare il bagno” ricorda Sebastian Cristaldi, esperto di Pediatria dell’Emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Se il bimbo non sa resistere al richiamo dell’acqua, è sufficiente non portarlo in spiaggia fino alle 16, come del resto è consigliato anche per evitare i rischi del caldo. Bisogna fare attenzione anche alle bevande ghiacciate: anch’esse possono raffreddare il sangue presente nell’addome.
Che cosa fare in caso di emergenza
Se, nonostante tutto, il bambino va incontro a una congestione bisogna intervenire con tempestività. Innanzitutto se comincia a stare male quando è ancora in acqua, portarlo fuori immediatamente e adagiarlo a terra, in un posto fresco e arieggiato o comunque all’ombra. Dopo averlo disteso, sollevargli le gambe di 20-30 centimetri, lasciargli più aria possibile e offrirgli bevande fresche o a temperatura ambiente. Cercare di tenergli la pancia e lo stomaco coperti. “Se la situazione è di ripresa immediata si può valutare, magari chiamando il pediatra, se fare visitare il piccolo, mentre se ha avuto una perdita di coscienza e se migliora lentamente è il caso di portarlo subito al pronto soccorso” avverte l’esperto.