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Molti giovani, durante l’estate, sono alle prese con i compiti delle vacanze. Lo scopo? Allenare la mente per non arrivare a settembre con il rischio di aver dimenticato tutto quello che si era appreso nell’anno precedente. Secondo il noto pediatra Italo Farnetani, però, è meglio non essere troppo rigidi e pressanti con gli impegni estivi. Via libera, invece, a tablet e pc, anche per colmare il gap tecnologico che ci vede terzultimi in Europa.
Più tempo al riposo
Farnetani è un convinto sostenitore della tesi secondo la quale l’abitudine degli insegnanti di assegnare ai propri alunni dei compiti per le vacanze “è uguale da decenni. Per lo più, incidendo sulle tasche delle famiglie: i libri per gli inutili compiti delle vacanze costano 200 milioni di euro l’anno. Inoltre, per svolgere questi esercizi servono in media in media dalle 90 alle 100 ore. “Rubate” alle vacanze, all’attività fisica all’aperto, al relax e al tempo trascorso con gli amici”.
Italiani indietro nell’uso delle tecnologie
Meglio per il pediatra lasciare “spazio all’utilizzo delle nuove tecnologie, anche per colmare il ritardo informatico dei giovani italiani, che ci vede al terzultimo posto in Europa. I nativi digitali italiani, infatti sono indietro rispetto ai coetanei europei. Un ritardo che devono colmare. Visto che la scuola latita, possono approfittare proprio delle vacanze”.
Due bambini su tre fanno i compiti tutti i giorni
“Per 2 alunni su 3 (62%) i compiti sono il tormentone dell’estate: li eseguono per tutto l’arco delle vacanze, dedicando allo studio circa un’ora e mezza al giorno. Il 30% dei ragazzi, invece, si organizza per liquidarli nel mese di luglio. Solo il 2% li svolge ad agosto”. Il 4% li svolge solo a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico. Infine, il 2% “non li fa proprio, tanto gli insegnanti per lo più non li correggono”.
Attività all’aria aperta
Per stimolare lo sviluppo e l’esperienza è meglio dedicare i pomeriggi d’estate, oltre che a tablet e pc, ai giochi all’aria aperta, alle relazioni sociali, al tempo condiviso con mamma e papà: “Inutile anche far fare solo pochi compiti delle vacanze: così si abitua l’alunno a studiare svogliatamente, privandolo comunque del gioco. In queste condizioni l’apprendimento è scarso e lo stress notevole. Nessuna paura poi – afferma il pediatra – che gli alunni dimentichino le nozioni acquisite, perché quelle ben apprese da piccoli sono le più durature. È preferibile tenere bambini e ragazzi all’aperto: queste stimolazioni saranno un impulso importante per il loro sviluppo. Favorito anche dall’esercizio fisico e dalle nuove esperienze”, conclude Farnetani.