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Il mughetto è un’infezione della bocca piuttosto frequente nel neonato causata da un fungo, la Candida Albicans, che è anche responsabile di numerose infezioni dell’apparato genitale femminile. Questo microrganismo, normalmente presente sulla cute e sulle mucose (le membrane che ricoprono le cavità interne) e del tutto inoffensivo, può diventare aggressivo durante i primi 6 mesi di vita del bambino, per effetto dell’immaturità del suo sistema immunitario, o anche dopo tale scadenza in presenza di altri disturbi che limitino l’efficacia di questa barriera difensiva naturale. Ecco come capire se è mughetto o latte con i suggerimenti della dottoressa Silvana Torneo, pediatra.
Come si presenta il mughetto in bocca?
Il mughetto può essere facilmente riconosciuto grazie alle chiazze bianco-giallastre, simili a residui di latte, presenti all’interno di guance e labbra e, in alcuni casi, su gengive e palato. Soltanto raramente queste macchioline possono arrivare a formare un’unica patina biancastra che riveste l’interno delle guance e la lingua, provocando una sensazione di fastidio al bambino nel corso della poppata. Ciò vale anche se l’infezione si estende alla gola che, infiammandosi, provoca dolore quando il piccolo deglutisce e rende più faticoso il suo pasto inducendo inappetenza, crisi di pianto e irritabilità. Ecco perché non è sempre facile capire se è mughetto o latte.
Come eliminare il mughetto?
Se si interviene subito, il mughetto tende a risolversi semplicemente grazie all’applicazione nella zona infetta di una medicazione a base di acqua e bicarbonato.
È sufficiente:
– diluire un cucchiaino di bicarbonato in un litro d’acqua fatta bollire e poi raffreddare,
– passare una garza sterile imbevuta della soluzione con delicatezza sulle aree colpite,
– ripetere l’operazione 3-4 volte al giorno.
Quanto ci mette il mughetto a guarire?
Nel caso i sintomi dell’infezione non si riducano nell’arco di 48 ore, il pediatra potrebbe prescrivere un farmaco antimicotico (specifico contro i funghi) che, in genere, dopo qualche giorno, assicura la guarigione.
Può capitare, inoltre, che il neonato contagi la madre nel corso della poppata tramite il contatto della sua bocca con il capezzolo: un’eventualità più frequente in presenza di ragadi (taglietti che si formano sul capezzolo) o altre irritazioni dell’areola. Per prevenire questo rischio è utile seguire le seguenti norme igieniche:
– detergere con cura i capezzoli prima e dopo il pasto, ricorrendo a garze sterili impregnate di acqua distillata o bollita e raffreddata (in commercio sono disponibili appositi dischetti detergenti),
– sterilizzare tutti i suoi componenti, se si usa il biberon, bollendoli in acqua o usando gli appositi sterilizzatori,
– applicare ai capezzoli lo stesso trattamento indicato per il bebè, neò caso la neomamma contragga l’infezione.