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La celiachia è una malattia sempre più diffusa fra i bambini. A dirlo non solo l’osservazione della realtà da parte di pediatri e genitori, ma anche i dati: una ricerca italiana presentata al congresso mondiale dell’European society for paediatric hepatology and nutrition ancora in attesa di pubblicazione rivela, infatti, che negli ultimi 25 anni i casi di celiachia in età pediatrica sono raddoppiati, passando dallo 0,8% degli anni ‘90 all’1,6% di oggi.
Il nuovo studio su 8mila bambini
Lo studio – un trial multicentrico, CELI SCREEN- ha coinvolto quasi 8mila bambini di età compresa fra i 5 e gli 11 anni di età di otto province italiane: Roma, Milano, Bari, Ancona, Padova, Verona, Salerno e Reggio Calabria.
Gli autori hanno prima sottoposto i partecipanti a semplice prelievo di sangue per eseguire un test genetico volto a verificare la presenza di mutazioni degli antigeni leucocitari umani (HLA), che può essere collegata a malattie autoimmuni, fra cui la celiachia.
Nei bambini con alterazioni dell’HLA hanno eseguito poi test degli anticorpi specifici associati alla patologia. Nei bambini positivi anche a questo esame hanno applicato, infine, i criteri diagnostici fissati dall’European Society of Pediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (Espghan), che nei bambini sono spesso non invasivi, per porre la diagnosi di celiachia.
Casi in netto aumento
Analizzando i dati raccolti, gli autori hanno scoperto che la prevalenza di celiachia nei bambini italiani è dell’1,6%. Si tratta di una percentuale più alta di quella della popolazione generale, che secondo l’Istituto Superiore di Sanità è pari all’1%.
Confrontando la frequenza attuale con quella di 25 anni fa, emerge che i casi di celiachia in età pediatrica sono raddoppiati. “Il nostro parere è che ci siano più casi di malattia celiaca rispetto al passato e che non potremmo scoprirli senza una strategia per svolgere lo screening” ha spiegato Elena Lionetti, coordinatore dello studio e docente del dipartimento di Pediatria all’Università Politecnica delle Marche. In questo studio, infatti, è stato valutato un ampio campione di bambini (non solo quelli sintomatici) e sono stati effettuati più test: gli studiosi non si sono fermati al primo test.
“I casi sono di più rispetto a quelli rilevati usualmente nei bambini che accedono al percorso diagnostico perché hanno sintomi. I motivi sono da ricercare nel fatto che svolgendo test più diffusi, emerge un numero maggiore di casi che include probabilmente anche quelli meno sintomatici” conferma l’esperta. Per questa ragione, gli esperti pongono l’accento sull’importanza di eseguire screening di massa.
Fonti / Bibliografia
- WCPGHAN 2021: 6th World Congress6th World Congress of Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition 02 – 05 June 2021 Vienna, Austria
- Rapporti ISS COVID-19 n. 38/2020 - Indicazioni ad interim per un’adeguata gestione delle persone affette da celiachia nell’attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2. Versione del 29 maggio 2020 - ISS