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La carenza di vitamina D alla nascita è legata a un maggior rischio di ammalarsi di schizofrenia: l’8% dei casi è riferito, infatti, a questa problematica in età neonatale. Lo sostengono gli autori di uno studio delle università di Queensland e di Aarhus, secondo cui la carenza di vitamina D si associa a un aumento del 44% del rischio di schizofrenia.
Una malattia mentale
La schizofrenia indica un gruppo di malattie mentali caratterizzate da sintomi quali allucinazioni, visioni e deficit cognitivi. Lo studio ha coinvolto 2.602 individui: sono stati messi a confronto malati schizofrenici con coetanei sani: la carenza di vitamina D alla nascita è risultata più frequente nel primo gruppo.
Fondamentale per lo sviluppo del feto
Siccome lo sviluppo del feto dipende totalmente dai livelli materni di vitamina D, i risultati suggeriscono che assicurando alle gestanti un adeguato apporto di questa vitamina si potrebbero prevenire molti casi di schizofrenia, in modo comparabile all’integrazione con acido folico in gravidanza nella prevenzione della spina bifida.
Integratori nei primi 12 mesi
Gli esperti raccomandano la profilassi con vitamina D per tutti i neonati per tutto il primo anno di vita, indipendentemente dall’allattamento. Infatti né il latte materno, né quello in formula (anche se addizionato) riescono a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina D. Per raggiungerlo si dovrebbe consumare un litro di latte in formula al giorno, quantità alla quale il bambino arriva solo quando è prossimo allo svezzamento.
Carenze in un bambino su 2
Oggi l’ipovitaminosi D, condizione che va dall’insufficienza al deficit di vitamina D, riguarda oltre un bambino su due, con punte massime in epoca neonatale e nell’adolescenza, dove si arriva a percentuali del 70%. Il primo fattore di rischio è la scarsa esposizione solar(e, principale fonte di approvvigionamento della vitamina D. Il nostro organismo, infatti, la produce attraverso la sintesi cutanea indotta dall’esposizione ai raggi solari.