Argomenti trattati
Anche le ovaie invecchiano. Conoscere la propria età ovarica consente di fare scelte oculate in merito alla propria fertilità e a eventuali progetti di maternità. È possibile infatti misurare, con un semplice esame del sangue, un ormone specifico che valuta le proprie probabilità di concepimento, e identificare così tempestivamente eventuali problemi di fertilità. Si chiama ormone antimulleriano ed è secreto dalle cellule dei follicoli ovarici.
Fertilità in calo
Quanto a fecondità, il nostro Paese è fanalino di coda europeo, sottolineano gli ultimi dati Istat: la stima per il 2018 del tasso di fertilità totale (1,32 figli per donna) non è sufficiente ad assicurare il ricambio generazionale. Fondamentale la valutazione accurata e tempestiva della riserva ovarica che, intorno ai 35 anni, comincia a ridursi sempre di più, diminuendo progressivamente le probabilità di concepimento.
Meno riserva ovarica c’è, peggiore sarà la qualità
Conoscere la propria riserva ovarica può servire alle aspiranti madri per adottare le contromisure necessarie a tutelare la fertilità. Tra le strategie possibili, quella di conservare gli ovuli, se ancora non è il momento di mettere su famiglia, per assicurarsi una futura gravidanza. Se invece la riserva ovarica è già compromessa, uno specialista può illustrare le varie strade possibili per il concepimento. L’importante è non perdere tempo, raccomandano gli specialisti dell’Institut Marquès.
La situazione a 40 anni
Alla nascita, ogni donna possiede una quantità prestabilita di ovociti che poi decresce con l’avanzare dell’età e si esaurisce con la menopausa. In ogni ciclo mestruale si sviluppano 1.000 ovociti, ma solo uno giunge all’ovulazione, mentre gli altri vengono eliminati naturalmente. Ecco perché, all’età giovane di 40 anni, una donna con cicli normali potrebbe già aver esaurito la gran parte del suo patrimonio. Gli specialisti raccomandano dunque di non aspettare a fare i dovuti accertamenti.