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Un nuovo studio torna a puntare il dito contro il bisfenolo A, sostanza chimica molto comune nei recipienti e nei contenitori di uso domestico. Ricercatori del Michigan hanno analizzato le urine di oltre 3.300 ragazzi, verificando il tasso di Bpa. Il tasso di obesità dei bambini è risultato doppio in chi aveva alti livelli di bisfenolo A. I risultati suggeriscono, dunque, che l’esposizione al bisfenolo A sia associata a un rischio maggiore di sviluppare obesità nei bambini.
Un problema sempre più diffuso
Secondo la fotografia scattata nel 2012 dal Sistema di sorveglianza “OKkio alla Salute”, promosso dal Ministero della salute e dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, il 22,1% dei bambini italiani è in sovrappeso e il 10,2% in condizioni di obesità, con percentuali più alte nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Ma il bisfenolo A non è l’unico composto in discussione. Un altro studio mette sotto accusa gli ftalati, un additivo chimico aggiunto alle materie plastiche per migliorarne la flessibilità e la modellabilità. Si tratta di sostanze tossiche, soggette a restrizione europea: il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli, né negli articoli destinati all’infanzia.
Sotto accusa anche gli ftalati
L’indagine, condotta all’università di New York, ha analizzato 766 ragazzi tra 12 e 19 anni, evidenziando che tra quelli con alti livelli di un particolare ftalato, la resistenza all’insulina era presente nel 22% dei casi, mentre in quelli con livelli bassi il tasso era del 15%. L’ipotesi degli scienziati è che questa sostanza possa essere correlata al rischio di sviluppare il diabete nei bambini. Entrambi i lavori sono riportati sulla rivista scientifica “Pediatrics”.