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I bambini che hanno un quoziente intellettivo sopra la media e una profonda ipersensibilità sono in aumento, ma spesso e volentieri nessuno – dai genitori, passando per la scuola, e arrivando fino alla società – sa come supportarli correttamente. Risultato: i bambini superdotati vengono spesso lasciati soli a se stessi.
Caratteristiche uniche
I genitori attenti si accorgono subito se il figlio possiede caratteristiche quantitative e qualitative particolari: nel fare domande, nel cercare risposte, nel dimostrare velocità in alcune funzioni di sviluppo. A volte, però, questi bambini si dedicano solo all’attività che trovano interessante e insistono per fare solo quella. Non si stancano mai, devono sempre ampliare, la richiesta all’adulto è continua. Alcuni hanno caratteristiche di iperattività. Ma ovviamente non ne esiste uno che somiglia all’altro. Nei giochi per esempio c’è chi predilige la routine e chi la detesta e non è mai pago del cambiamento.
L’importanza di uno sviluppo equilibrato
Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo all’università di Padova e presidente di Mind4children, ha spiegato che la loro viene chiamata iperdotazione perché fa riferimento alla quantità di intelligenza: iperdotato, cioè più intelligente della norma.
I soggetti ad alto potenziale sono individui dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media. Queste possono riferirsi ad ambiti molto diversi tra loro: scolastico, artistico, motorio e socio-emotivo. In pochi, però, le riconoscono.
A livello educativo il rischio è quello di aumentare la qualità che c’è già, mentre uno sviluppo sano ha bisogno di armonizzazione, si devono evitare le condizioni che possono portare a una situazione di squilibrio.
A scuola non sempre i risultati sono brillanti
Sarebbe importante che anche l’ambiente scolastico fosse adeguato alle loro caratteristiche. Spesso ci si trova di fronte a bambini ad alta funzionalità cognitiva che in classe non hanno le soddisfazioni che dovrebbero avere. Se non hanno le caratteristiche qualitative delle prestazioni ma quelle della divergenza, ossia un’elaborazione profonda e acuta, in una scuola prestazionale possono non dare i risultati che ci si aspetta da loro. Questo può provocare perdita di autostima, abbandono scolastico e isolamento sociale.
Bisogna generare un sistema in cui famiglia, scuola e contesto sociale devono coadiuvare l’insieme. Lo specialista è fondamentale perché chiarisce la situazione, il profilo, le caratteristiche, e suggerisce come muoversi. Ma poi ci vuole una formazione condivisa. La collettività degli insegnanti deve sapere come accompagnare questi bambini.
Fonti / Bibliografia
- Mind4Children - Spin-off dell'Università di PadovaM4C nasce dall’idea di Scienza Servizievole della Professoressa Daniela Lucangeli Comunità Fluida di scienziati, ricercatori, specialisti, insegnanti, educatori…