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Il drop out, cioè l’abbandono precoce della pratica sportiva, comincia già a 11 anni. A 15 anni meno di un adolescente su 2 pratica sport in maniera continuativa. L’allarme proviene dalla Società italiana di pediatria. A preoccupare gli specialisti non è solo la rinuncia allo sport, ma anche l’elevato numero di bambini e ragazzi sedentari, di coloro cioè che non praticano alcuna attività fisica.
Tante cause
Le ragioni dell’abbandono o dello scarso interesse per lo sport da parte dei bambini sono diverse: abuso delle nuove tecnologie (tv, computer, videogiochi), eccessivo impegno richiesto dallo studio, sensazione di noia associata allo sport, ma anche istruttori troppo esigenti. Pure i genitori hanno una parte di colpa: sono spesso esasperanti e fanno pressioni sui figli. Che, pur di non deluderli, preferiscono tirarsi indietro. Correggere questo atteggiamento è fondamentale, per far riscoprire a bambini e ragazzi il bello di fare sport. A questo scopo, la Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) ha redatto un decalogo per i genitori dei piccoli sportivi.
Un decalogo per i genitori
Il primo consiglio è incoraggiare i figli a migliorare le proprie prestazioni con impegno e costanza, ma senza voler vincere a tutti i costi. Ma è fondamentale anche non caricarli di aspettative eccessive, spingendoli ad avere obiettivi realistici, essere sempre presenti, sdrammatizzando gli aspetti negativi e promuovendo quelli positivi, stimolare la loro autonomia senza interferire nelle scelte tecniche e nelle relazioni con gli altri componenti del gruppo. Le raccomandazioni vanno dal rispettare le regole, gli avversari e le decisioni degli arbitri al non rimproverare il figlio che non vince, dandogli sostegno incondizionato al di là del risultato. Infine, bisogna comprendere che le difficoltà sportive che incontrano i bambini fanno parte del loro processo di crescita.