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Si tende a pensare che l’ipertensione arteriosa sia un problema di salute che riguarda esclusivamente gli adulti, ma non è così. Il rischio cardiovascolare, infatti, può comparire già in età pediatrica e colpire bambini e adolescenti.
Bambini a rischio
Secondo lo studio sull’ipertensione arteriosa realizzato dalla Sip, Società italiana di pediatria, la pressione alta vera e propria riguarda circa il 3,5% di bambini e adolescenti, ma se si considerano anche valori pressori persistentemente alti (la cosiddetta pre-ipertensione), le percentuali aumentano attestandosi tra il 5,7% e il 7%. Ancora più elevata è la prevalenza nei bambini in sovrappeso o obesi, tra i quali le percentuali arrivano al 24%.
Le raccomandazioni dei pediatri
Gli esperti della Sip hanno evidenziato una serie di regole che possono aiutare a prevenire il rischio di ipertensione nei bambini. Innanzitutto, quando la pressione alta è presente in più membri della famiglia, in particolare padre e/o madre, è molto più probabile che anche i figli abbiano valori pressori elevati. Le Linee guida internazionali raccomandano la misurazione della pressione ai bambini (dal pediatra) annualmente a partire dai 3 anni di età.
Uno stile di vita più sano
La dieta ha un ruolo rilevante: l’eccesso di peso corporeo fino all’obesità e la mancanza di attività fisica sono i principali determinanti di valori pressori costantemente elevati. Limitare il consumo di sale è una delle prime contromisure da prendere. Una dieta ad alto contenuto di sodio, infatti, aumenta di due volte il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, che sale a tre se è associata anche l’obesità. Stesso discorso per gli zuccheri. Lo sport non è controindicato nel bambino iperteso, anzi è raccomandato.
L’Holter pressorio
Se l’ipertensione persiste per più di un anno è bene sottoporre bambini e adolescenti all’Holter pressorio, l’esame che consente di misurare la pressione arteriosa in più momenti della giornata, così da tracciare un profilo pressorio 24 ore su 24. È inoltre consigliato nei bambini con ipertensione arteriosa secondaria ad altre malattie croniche oppure obesi, nati prematuri o già in terapia farmacologica.