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Aree di pelle arrossata, desquamazione, con prurito e fastidio. Ecco come si presenta la psoriasi, una malattia cronica della cute che riguarda gli adulti ma anche tanti giovanissimi, che ne subiscono le conseguenze anche sociali. Secondo gli esperti, i bambini con psoriasi sono sempre più numerosi. Alcune società scientifiche, per gestire questa malattia, si sono unite per dare vita alla Scuola della Psoriasi.
La Scuola della Psoriasi
La Scuola della Psoriasi è un progetto educativo che unisce diversi specialisti nella gestione a 360 gradi della malattia, per creare un linguaggio comune e condiviso ed équipe di persone esperte che, interagendo in modo produttivo, possano gestire la malattia. Tra gli obiettivi c’è l’educazione dei bambini con psoriasi (e anche degli adulti) per promuovere una maggiore aderenza alle cure, con l’aiuto di medici di medicina generale, pediatri e dermatologi.
Una malattie di origine autoimmune
La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle, cronica, non contagiosa e di tipo autoimmune. L’organismo, cioè, rivolge contro se stesso reazioni difensive, attaccando in questo caso la pelle. Compaiono chiazze rossastre più o meno ampie, ricoperte da squame grigio-argentee dove la pelle è secca e ispessita. È probabilmente legata a predisposizione genetica, ma può essere scatenata da situazioni come stress, prodotti per la pulizia aggressivi, lesioni da grattamento.
La risposta infiammatoria induce la crescita di nuove cellule cutanee a un ritmo più rapido del normale. Questo si traduce in un ispessimento della pelle e nello sviluppo di chiazze, dovute all’accumulo di cellule sulla superficie della pelle. In questa reazione di difesa eccessiva sembra essere coinvolta una proteina, l’interleuchina 17-A, che è presente in elevate quantità nei soggetti con psoriasi.
L’impatto sulla vita di tutti i giorni
La psoriasi non è un problema limitato semplicemente alla pelle. Influenza la vita quotidiana di chi ne soffre e i malati possono provare stress, frustrazione, imbarazzo e malessere fisico.
I bambini con psoriasi, soprattutto, tendono a isolarsi per paura di prese in giro e purtroppo non di rado sono oggetto di bullismo. Ecco perché è essenziale non sottovalutare il disturbo.
Ci si deve rivolgere a un dermatologo che potrà fare la diagnosi attraverso l’esame clinico delle lesioni. In caso di dubbio, si può effettuare un esame istologico per distinguere la psoriasi da infezioni da funghi o batteri. L’andamento della malattia durante le cure viene monitorato attraverso il punteggio Pasi (Psoriasis Area and Severity Index) che considera l’estensione delle lesioni, l’eritema, l’infiltrazione cutanea e la desquamazione.
Le possibili cure
La psoriasi si affronta con pomate emollienti, cortisone, prodotti a base di vitamina D e dei suoi derivati. Oggi si utilizza anche secukinumab, primo anticorpo monoclonale approvato per la cura sistemica della psoriasi a placche da moderata a severa. Secukinumab neutralizza selettivamente l’interleuchina-17A (IL-17A). Anche lo stile di vita è importante soprattutto nei bambini con psoriasi.
È il caso di approfittare dell’estate, perché il mix di minerali presente nell’acqua di mare esercita una benefica azione sulla pelle. Inoltre i raggi ultravioletti svolgono un effetto antinfiammatorio sulla pelle, riducendo il rapido rinnovamento cellulare che è alla base della psoriasi. Il sole aumenta la sintesi di vitamina D, che regola il sistema immunitario riducendo la reazione autoimmune. Infine, la luce solare agisce stimola endorfine, neurotrasmettitori che favoriscono il buonumore e riducono dello stress. L’esposizione deve essere graduale: si inizia nelle ore meno calde e per pochi minuti, aumentando poco per volta per dare modo alla pelle di abituarsi. Va sempre applicato un solare con fattore di protezione di almeno 30.
Fonti / Bibliografia
- La scuola della psoriasi
- SIDeMaST
- Psoriasis Area Severity Index (PASI) CalculatorPsoriasis Area Severity Index (PASI) Calculator