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L’autismo non colpisce solo il bambino che ne è vittima, ma coinvolge tutta la famiglia ed è tutta la famiglia ad avere bisogno di sostegno. Sebbene non esista una cura che consente di guarire dall’autismo, esistono trattamenti, come il parent training, che migliorano significativamente la sintomatologia e la qualità di vita. All’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si effettua una “terapia cooperativa mediata dai genitori” che si rivolge a tutto il nucleo familiare e coinvolge il bambino a partire dall’età prescolare, a volte subito dopo la diagnosi.
Un percorso di 6 mesi
Si inizia con una seduta alla settimana e si finisce con una a cadenza mensile. “Il trattamento – assicura lo staff del Bambino Gesù – consente di costruire in un arco limitato di tempo un’interazione più sintonica tra genitori e figlio che favorisce lo sviluppo delle competenze sociali e comunicative nel bambino, oltre ad aumentare il senso di autoefficacia dei genitori e ridurne lo stress”.
Le ipotesi all’origine
L’autismo è una patologia del neurosviluppo caratterizzata da un’organizzazione atipica di alcune funzioni mentali e delle relative aree del cervello. L’origine è genetica, ma sono implicati anche fattori ambientali, come l’esposizione ad agenti inquinanti durante la gravidanza. Altri elementi di rischio autismo sono l’età avanzata dei genitori (soprattutto del papà), il basso peso alla nascita e la forte prematurità: nel mondo i bambini con il disturbo dello spettro autistico sono circa uno su 100, solo in Italia sono circa 500mila le famiglie che hanno a che fare con questo disturbo.
Vergogna e senso di colpa
L’ autismo è un disturbo di cui ancora si parla con fatica, per vergogna e senso di colpa. Eppure riconoscere il problema il più precocemente possibile è il primo passo per migliorare la sintomatologia dei bambini colpiti: da questa malattia non si guarisce ma, se trattata in modo appropriato, si può migliorare la qualità di vita dei piccoli e di conseguenza di tutta la famiglia.
Più maschi che femmine
La probabilità che nasca un bambino con autismo supera l’1%, con una maggior prevalenza tra i maschi rispetto alle femmine (il rapporto è di 4 a 1). Ma secondo gli studi più recenti il fenomeno è in crescita. L’esordio è precoce, fra i 14 e i 28 mesi, e il disturbo dura per tutta la vita. Le persone con autismo manifestano in generale una particolare attenzione per alcuni stimoli sensoriali, hanno una predisposizione a comportamenti ripetitivi e a routine rigide e una scarsa attitudine e motivazione all’interazione sociale reciproca. Circa il 50% dei soggetti con autismo presenta anche una disabilità cognitiva.
L’importanza della diagnosi precoce
L’intervento precoce è fondamentale: équipe specializzate e multidisciplinari oggi sono in grado di fare diagnosi già a 2-3 anni, a 4 nelle situazioni maggiormente complesse, per poi adottare il trattamento più idoneo caso per caso.