Cani e gatti migliorano i comportamenti dei bambini affetti da autismo. Di studi in merito ce ne sono stati tanti, l’ultimo è quello pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine, condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, coordinati da Francesca Cirulli ed Enrico Alleva, dopo aver passato in rassegna sei pubblicazioni scientifiche dedicate all’autismo.
In particolare lo studio ha messo in evidenza che l’interazione con un cane, da assistenza (per esempio per i non vedenti) o co-terapeuto, può aiutare i bambini autistici a sviluppare emozioni e legami affettivi, stimolandone le capacità comunicative e relazionali.
“Gli studi dimostrano che l’introduzione di un cane da assistenza in ambito famigliare con bambini affetti da autismo diminuisce l’ansia e l’aggressività – spiega Cirulli – oltre a rendere più sicuri i genitori e a migliorare la quantità e la qualità del loro sonno. Altre indagini hanno evidenziato una diminuzione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, in presenza del cane e, al contrario, un aumento dello stesso quando l’animale veniva allontanato”.
Alessandra Berry e Marta Borgi, tra gli autori dello studio, aggiungono: “Risultati analoghi sono stati ottenuti con i cani impiegati nelle attività assistite, addestrati a entrare in interazione con uomini e bambini. I bambini autistici, in presenza del cane, diventavano più socievoli, per esempio parlavano con il cane e del cane con il terapista. Le manifestazioni ossessive e aggressive venivano annullate da sorrisi, contatti fisici amichevoli, gesti affettuosi e atteggiamenti di socievolezza tra coetanei e con gli adulti. Questo avviene perché gli animali, soprattutto i cani, sono in grado di dare risposte affettive, reagire con comportamenti di tipo sociale e ispirare sentimenti positivi. In questo mostrano di possedere una capacità unica: quella di agire, in specifici contesti ludici o terapeutici, come un ponte attraverso cui fluiscono le emozioni, e di fungere da catalizzatore sociale”.