La neocorteccia è la parte del cervello preposta alla gestione di funzioni importanti come quelle cognitivi e percettive, con influenza anche sulle capacità di linguaggio. Più questa è sottile ed estesa, migliore e maggiore è lo sviluppo intellettivo. L’estensione della superficie della neocorteccia risulta fondamentale, ma nell’autismo questa si riduce a favore dello spessore, causato appunto dalla peculiare disposizione delle cellule staminali.
Condotto dai ricercatori della Texas A&M School of Medicine, lo studio ha preso in esame le cellule staminali che compongono la neocorteccia cerebrale per scoprire il motivo dietro la loro differente disposizione nei pazienti affetti da autismo. Rispetto alle condizioni normali, con le cellule disposte una accanto all’altra, infatti, in presenza di autismo la conformazione vede le cellule impilate, con conseguente inspessimento della neocorteccia.
I risultati dello studio hanno permesso di risalire al meccanismo dietro la formazione della neocorteccia. Partendo dall’osservazione della cosiddetta migrazione intercinetica nucleare (il movimento lungo il citoscheletro dei nuclei delle staminali neuronali dall’alto al basso durante il ciclo cellulare), gli scienziati ne hanno scoperto le motivazioni e le funzioni.
In particolare, i nuclei si muovono in questo modo per garantire una ottimale distribuzione delle nuove cellule staminali per favorire la formazione del sottile strato di neocorteccia. Il citoscheletro (delle specie di binari che indirizzano il movimento) viene creato per lo stesso motivo e aiuta le cellule a direzionare il loro flusso e a organizzare al meglio le nuove. Da qui, la rivelazione di come il processo di migrazione intercinetica nucleare risulti fondamentale per dare la corretta conformazione alla neocorteccia e operare per scongiurare l’autismo.
Fonti / Bibliografia
- Cellule Staminali: cosa sono e a cosa servono | Associazione Luca CoscioniScopri cosa sono le cellule staminali, a cosa servono e perché oggi è importante puntare sulla ricerca e su leggi chetutelano i ricercatori.
- ScienceDirect