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È un disturbo che fa ancora molta paura ai genitori. Del resto, l’ autismo non solo rimane per molti versi un mistero, con meccanismi tutt’oggi poco chiari, ma non è nemmeno facilmente trattabile. Nuove speranze arrivano però da uno studio condotto da un team di ricercatori statunitensi, del Boston Children’s Hospital, pubblicato sulla rivista Cell Reports.
Un disturbo ancora misterioso
L’autismo è una sindrome comportamentale legata a un disordine dello sviluppo. È caratterizzato da difficoltà di linguaggio e di comunicazione e da un’apparente difficoltà di contatto emotivo. Sulle cause c’è ancora molta incertezza. Si sa però che in circa la metà delle persone colpite è legato a una malattia genetica, chiamata sclerosi tuberosa complessa o Tsc, che a oggi non è curabile.
In futuro si potrà curare?
Tuttavia, gli autori del nuovo studio sembrano aver individuato la causa (o una delle cause) della Tsc. Secondo la loro ipotesi, tutto dipenderebbe da un difetto nel modo in cui le cellule riutilizzano i mitocondri, ossia le loro centrali energetiche. Non solo. Gli studiosi hanno anche scoperto che due classi di farmaci già in uso, l’antipilettico carbamazepina e gli inibitori di mTOR, potrebbero avere effetti benefici sulla malattia. Infatti, hanno provato a utilizzarli in un gruppo di topi in cui avevano indotto la Tsc. Ebbene, dopo poco tempo, hanno notato che grazie all’uso dei farmaci i mitocondri alterati venivano eliminati e quelli sani ricostituiti.
Servono altri studi
Queste scoperte sono fondamentali perché potrebbero rappresentare un primo passo per la cura della Tsc, di alcune forme di autismo e di certi disturbi neurologici. Tuttavia, serviranno ulteriori conferme e studi più approfonditi per capire se sarà davvero così.