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L’ autismo è una malattia che fa molta paura ai genitori. Non solo perché si manifesta con sintomi importanti e ha un andamento imprevedibile, ma anche perché a oggi non se ne conoscono ancora le cause esatte. È probabile che dipenda dall’interazione fra un Dna favorevole e determinati fattori esterni, ma non ci sono certezze assolute. Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori americani potrebbe aiutare a fare chiarezza sull’origine di questo disturbo.
Sotto esame 6 milioni di bambini
Lo studio che ha indagato sulle cause dell’autismo, confermando che il Dna svolge un ruolo di primo piano nel suo sviluppo, è stato realizzato da un gruppo di studiosi americani, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica JAMA. Ha coinvolto un campione ampissimo di soggetti: circa tre milioni di coppie di fratelli, gemelli e non. La scelta non è stata casuale: in questo modo, infatti, è stato possibile fare verifiche incrociate, tenendo conto delle somiglianze dovute al comune patrimonio genetico. Gli esperti hanno sottoposto tutti i partecipanti a una serie di test ed esami genetici e a una serie di analisi di altro tipo, per analizzare le loro condizioni di salute. Lo scopo era capire quanti di loro erano affetti da autismo e il ruolo del Dna nella comparsa della malattia.
Le influenze ambientali sono poco rilevanti
Dall’analisi dei dati è emerso che circa 14.500 persone erano autistiche. Non solo. Gli autori hanno calcolato che nella maggior parte dei casi, l’origine della malattia era da ricercare nel Dna. In realtà, già molti altri studi passati avevano dimostrato come l’impronta genetica svolgesse un ruolo fondamentale nella comparsa della malattia, ma tutti avevano rilevato anche l’importanza di fattori esterni. Da questa ricerca, invece, è risultato che il Dna ha un peso predominante, addirittura dell’83%, mentre elementi come gli inquinanti ambientali o i pesticidi contano solo per il 17%.