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Sui 4.000 suicidi all’anno registrati nel nostro Paese, oltre il 5% è compiuto da giovani sotto i 24 anni, anche se, secondo gli ultimi dati Istat che riguardano il periodo dal 1995 al 2017, il numero si è ridotto del 14%. A fronte di questa diminuzione, però, sono cresciuti i casi di autolesionismo che in Italia riguarda il 20% dei ragazzi.
Una vera e propria emergenza
Secondo i dati forniti dall’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, un ragazzo su cinque ha compiuto, in modo continuativo o sporadico, episodi di autolesionismo, come tagli, graffi e piccole ferite autoprovocate. Nell’ospedale, le richieste urgenti in Pronto soccorso per ideazione e comportamento suicidario sono aumentate: si è passati dai 12 casi del 2011 ai 237 del 2018. Tra questi ci sono anche bambini di 10-11 anni.
Ancora scarsa attenzione
Lo scorso anno, sempre in Pronto soccorso, sono state effettuate quasi 1.000 consulenze neuropsichiatriche con un aumento del 24% rispetto al 2017. Stefano Vicari, responsabile di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale Bambino Gesù, ha affermato che si tratta di una vera emergenza, sia perché l’attenzione sul fenomeno è ancora troppo bassa e quindi i genitori e la scuola fanno fatica a rilevarlo, sia perché l’offerta assistenziale, ovvero i luoghi di cura possibili, nel nostro Paese è limitatissima. Benché il numero dei decessi si sia ridotto, il suicidio rimane comunque la seconda causa di morte nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni, in linea con la media mondiale. Al Bambino Gesù, le richieste urgenti in Pronto soccorso per ideazione e comportamento suicidario sono aumentate di 20 volte in 8 anni.
Intervenire subito per evitare il peggio
I ragazzi con disturbi mentali vivono una situazione di estrema sofferenza, la loro difficoltà diventa quella della famiglia, che entra in crisi. I genitori si sentono responsabili e tendono a nascondere la realtà che stanno vivendo, oppressi dallo stigma sociale. I tentativi di suicidio, gli atti di autolesionismo e più in generale i disturbi mentali tra giovani e giovanissimi, invece, sono temi delicati ma che vanno portati alla luce. Aggiunge Vicari: “bisogna far conoscere questo fenomeno per poterlo affrontare in tempi rapidi e con efficacia; i dati dimostrano che un bambino o un ragazzo che si taglia è a potenziale rischio di suicidio. Intervenire precocemente è il solo mezzo per interrompere questa spirale pericolosissima”.