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Le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici stanno mietendo molte vittime, sia in Italia sia in tutta Europa. In testa i bambini. Questo perché si è ecceduto nell’uso, creando batteri iper-resistenti e tremendamente pericolosi, come le evoluzioni dell’Escherichia coli e della Salmonella, ormai resistenti agli antibiotici sia nell’organismo umano sia in suini e ovini.
Urgente intervenire
Tra le soluzioni da adottare per far fronte alla crescente antibiotico-resistenza, va innanzitutto segnalata la riduzione dell’uso degli antibiotici in medicina veterinaria, in modo da non assumere attraverso il cibo anche queste sostanze (e i batteri resistenti). Inoltre, è fondamentale evitare l’autoprescrizione, ovvero il ricorso a terapie antibiotiche (frequente già nella primissima infanzia) senza il parere del medico, specie se in assenza in una reale necessità. Le infezioni resistenti agli antibiotici, infatti, potrebbero presto diventare la prima causa di morte al mondo.
La situazione in Italia
In questo panorama allarmante, l’Italia non fa una bella figura. Infatti, gli italiani figurano tra i maggiori consumatori di antibiotici. Tanto che, secondo i dati raccolti da Efsa (Autorità europea per la Sicurezza alimentare) ed Edcd (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), gli italiani hanno sviluppato fino al 10% la resistenza agli antibiotici usati contro la Salmonella e fino al 60% la resistenza agli antimicrobici utilizzati per debellare il Campylobacter coli (con epidemie di campilobatteriosi in Europa).