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L’indice di Apgar è un test che viene eseguito alla nascita e che valuta la vitalità e l’efficienza delle funzioni vitali primarie del neonato. Secondo i risultati di uno studio australiano, un punteggio basso di questo test neonatale comporterebbe un maggiore rischio di ottenere un rendimento scolastico scarso durante la scuola primaria, soprattutto nei campi legati alla scrittura e al calcolo.
Cinque parametri importanti
Questo test, che prende il nome da un’anestesista statunitense che lo ideò nel 1952, misura cinque segni fisiologici: ritmo cardiaco, attività respiratoria, i riflessi, il tono muscolare e il colorito della pelle. L’indice di Apgar si basa su questi cinque parametri di base (valutati basandosi sull’osservazione), a ciascuno dei quali si assegna un punteggio da zero a due: il valore massimo possibile dell’indice è quindi 10.
In base al punteggio è possibile suddividere i neonati in 3 gruppi: il punteggio da 7 a 10 individua un neonato normale, vitale e sano; punteggi che vanno da 4 a 7 definiscono moderatamente a rischio il neonato; punteggi che vanno da 0 a 3 indicano un rischio altissimo per il neonato.
La ricerca australiana
Con la collaborazione di accademici di altri paesi, i ricercatori dell’University of Adelaide e della Monash University di Melbourne hanno misurato in particolare la correlazione tra indice Apgar e rendimento scolastico all’età di 8 anni: la ricerca ha coinvolto 60 mila bambini che hanno frequentato scuole elementari dal 2008 al 2015. I bambini che alla nascita avevano registrato un indice minore o uguale a 6, in terza elementare erano a più alto rischio di raggiungere solo lo standard minimo. Mentre altri studi hanno stabilito modesti legami fra il punteggio Apgar e basse funzioni cognitive, secondo il responsabile dello studio Engida Yisma, docente della School of Public Health dell’University of Adelaide, la nuova ricerca ha potuto mostrare che le associazioni tra le due misure sono molto evidenti nei campi della scrittura e del calcolo.