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Quanto fa bene il sole… se preso con le dovute precauzioni! Non solo perché scalda il nostro corpo, ma l’effetto benefico del suo calore permette lo sviluppo delle ossa, vale a dire l’importante struttura che ci sostiene, quale è appunto lo scheletro. Ecco perché i pediatri consigliano di esporre alla luce e al calore del sole i nostri bambini.
I benefici dei raggi solari
L’irradiazione del sole è dunque una fonte di sviluppo delle ossa dei bambini, sin dalla nascita. Le onde elettromagnetiche solari, infatti, provocano una serie di reazioni biochimiche nel corpo umano: oltre alla regolazione del ritmo sonno-veglia, al mantenimento della temperatura corporea e alla regolazione dei neurotrasmettitori del benessere psico-fisico, la reazione più importante riguarda il metabolismo del calcio, dunque lo sviluppo delle ossa e la fissazione della vitamina D.
Perché la vitamina D è importante?
Spiega il dottor Francesco Savino, pediatra all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino: “la vitamina D è nota anche come “vitamina del sole” perché è grazie al sole che il nostro corpo, attraverso la pelle, è in grado di sintetizzarla e produrla. Ecco perché vale la pena riscoprire o far conoscere questa vitamina, alleato prezioso del nostro organismo”.
Per il metabolismo osseo e non solo
E allora vediamola da vicino. “La vitamina D – spiega il dottor Savino – è direttamente chiamata in causa nel regolare il processo di mineralizzazione ossea”. Come? L’essere umano è in grado di sintetizzare la vitamina D3 a livello epidermico, solo se esposto alla luce Ubv e può introdurre la pro-vitamina D3 e pro-vitamina D2 attraverso alcuni cibi: salmone, sardine e olio di fegato di merluzzo.
“In pratica a livello epidermico e solo in seguito all’esposizione dei raggi Uvb – continua il pediatra -, si produce la pro-vitamina D3, una molecola instabile che viene trasformata in vitamina D tramite un processo di termoconversione”.
Il fabbisogno nei bambini
“Il fabbisogno giornaliero di vitamina D nei bambini – prosegue il dottor Francesco Savino – è di 400 U.I. (10 microgrammi) al giorno, nei prematuri è addirittura di 1.000 U.I. al giorno per i primi mesi di vita. La vitamina D in parte si forma nell’organismo e in parte viene assunta con gli alimenti. La parte sintetizzata direttamente dall’organismo per potersi formare ha, però, bisogno dei raggi ultravioletti del sole che irradiando la cute trasformano la provitamina in essa contenuta in vitamina attiva”.
Fonte di sviluppo e di vita
Come si vede l’alimentazione da sola non è sufficiente alle necessità del bambino, così come da sola non è sufficiente l’irradiazione solare. “Alla luce di quanto detto – conclude il dottor Francesco Savino – è comprensibile perché è indicata la profilassi con Vitamina D fin dai primi giorni di vita e per almeno un anno-un anno e mezzo circa”.